27 Marzo 2025 Giudiziaria

Depistaggio via d’Amelio: chiesta costituzione parte civile di Salvatore Borsellino e altri

È stata un’udienza prettamente tecnica quella che si è tenuta il 25 marzo al Tribunale di Caltanissetta nell’ambito del processo a carico di quattro poliziotti, Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli per il reato di depistaggio. A loro, che sono ex appartenenti al gruppo di indagine "Falcone-Borsellino", è stato contestato dalla Procura locale di aver reso false dichiarazioni durante le loro deposizioni in qualità di testi nel processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di Via d’Amelio che si era concluso, in secondo grado, con la prescrizione del reato di calunnia per gli imputati.

Dopo il rigetto del gup del tribunale di Caltanissetta, i difensori dei parenti delle vittime della strage di via d’Amelio e quelli degli ex ergastolani (condannati per le false dichiarazioni di Vincenzo Scarantino e poi assolti nel processo di revisione) hanno chiesto al tribunale di Caltanissetta di costituirsi parte civile. Tra le richieste di costituzione di parte civile c’è quella di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso dalla mafia. Sono già parte civile, invece, Lucia, Manfredi e Fiammetta Borsellino. Nella prossima udienza, fissata per il 29 aprile, toccherà agli avvocati degli imputati discutere sulla richiesta.

Per Salvatore Borsellino era stata esclusa dal giudice dell’udienza preliminare” la costituzione di parte civile, ha detto Fabio Repici, legale del fratello del giudice ucciso in via d’Amelio.

“Il giudice dell’udienza preliminare in realtà non ha detto una sola parola sulle ragioni per cui ha escluso la costituzione di parte civile di Salvatore Borsellino e quindi il lettore di quell’ordinanza non saprà mai per quale motivo Salvatore Borsellino, che porta il cognome Borsellino, non sia stato ammesso come parte civile. A maggior ragione il lettore di quell’ordinanza rimane, ritengo io, un po’ spiazzato dal fatto che quello stesso giudice ha ammesso come parte civile il Ministero dell’Interno, cioè la centrale del depistaggio operato sulla strage di via d’Amelio, cosicché per quel giudice era soggetto vulnerato e danneggiato dalle condotte degli odierni imputati il Ministero dell’Interno e non il fratello del magistrato Paolo Borsellino”. “Salvatore Borsellino quindi oggi si costituisce parte civile. Segnalo che allego anche il pagamento dei diritti di costituzione già nuovamente versati”, ha aggiunto presentando dei documenti che mettono in evidenzia i danni subiti da Salvatore a causa del depistaggio nel giudizio in cui era parte civile, sottolineando il suo diritto alla verità, riconosciuto dalla giurisprudenza. Si è contestata anche la decisione del giudice preliminare di escludere Salvatore come parte civile, ammettendo invece il Ministero dell’Interno, ritenuto centrale nel depistaggio della strage di via D’Amelio.