26 Marzo 2025 Sport Cultura Spettacolo

L’INCONTRO: Piero Serboli e Pietro Mantilla si raccontano senza filtri a “Vite Spericolate”

Di Tonino Cafeo ed Enrico Di Giacomo - La puntata numero quarantuno di 'Vite Spericolate-storie speciali di persone normali', si fa in due per proseguire il viaggio nel mondo dell'arte in riva allo Stretto che è iniziato qualche settimana fa. Questa volta abbiamo portato le nostre telecamere negli studi di Piero Serboli e Pietro Mantilla, che si trovano l'uno accanto all’altro in un condominio del primo novecento nel centro di Messina. I due pittori, da sempre grandi amici, hanno accettato il nostro invito a intervistarsi  reciprocamente. Ne è venuta fuori una chiacchierata senza filtri che ha messo insieme storie di vita, arte, riflessioni sul presente e sul futuro. Un vero e proprio  regalo da parte di due artisti abituati a esprimersi con segni e colori ma che hanno dimostrato, in questa occasione, di trovarsi bene anche con le parole.

CHI SONO

Piero Serboli esordisce nel 1975 con una personale ospitata al cineforum don Orione. Autodidatta, studia gli scritti di Kandinskij che lo stimolano a esplorare più tecniche espressive-pittura, riproduzioni fotografiche, cornici intagliate, oggetti recuperati e riutilizzati per fare un lavoro che interroga pratiche e mezzi dell’arte contemporanea con curiosità inesauribile e anche senso dell’ironia. All’attività artistica ha affiancato quella di gallerista e divulgatore.

Pietro Mantilla, pseudonimo di Pietro Mantineo, nasce a Messina nel 1952. Da ragazzo avrebbe voluto fare lo scrittore, ma ben presto si dedica esclusivamente alle arti visive. Negli anni '70 parte per Milano dove fa ogni genere di lavoro per mantenersi e potersi inserire nel mondo dell’arte. Dopo anni avventurosi nella metropoli lombarda, rientra a Messina dove si consolida la sua amicizia con Bruno Samperi, con cui per parecchio tempo divide uno studio d’arte.

Secondo la storica dell’arte Teresa Pugliatti, Mantilla “è interessato a dipingere e disegnare tutto ciò che vede nel momento stesso in cui lo vede”. Il suo stile è stato paragonato a quello di Carlo Carrà, mentre i suoi ritratti parlano “una lingua dolorosa, inquieta, carica di umanità e di poesia” (tratto dalla scheda omonima de Le scalinate dell’arte).

Il resto lo sentirete dalla viva voce dei due pittori.

Buona visione!

@fotoEdg