22 Gennaio 2025 Giudiziaria

LA MORTE DI LAVINIA MARANO: La Procura punta al processo bis per i 4 medici assolti

Il processo d’appello è da rifare. La pensa così il sostituto procuratore Generale Cristina Marzagalli a proposito del caso Lavinia Marano, la cantante messinese morta a 44 anni subito dopo il parto. La PG ha chiesto alla Corte di Cassazione l’annullamento della sentenza emessa dalla Corte d’appello di Messina lo scorso 7 maggio, chiedendo nuova valutazione di secondo grado agli stessi giudici (di un’altra sezione). La Suprema Corte si riunirà per sentire le altre parti e decidere il prossimo 5 febbraio.

Il processo in Cassazione

Il processo in Cassazione arriva dopo la richiesta della Procura generale di Messina, che dopo la sentenza d’appello dello scorso 7 maggio vuole rivedere il verdetto che ha scagionato i medici imputati, affiancandosi all’appello già presentato dalla famiglia di Lavinia, assistita dagli avvocati Giovanni Caroè e Nunzio Rosso, relativa ai risvolti civili del procedimento.

La sentenza

I giudici di secondo grado messinesi avevano ritenuto lieve la colpa dei medici, o meglio il loro ruolo nelle complicanze che hanno portato la donna alla morte. Applicando la legge Balduzzi, l’imputazione penale per i sanitari del Policlinico è perciò caduta. Il giudizio di responsabilità, pur ridimensionato, è rimasto confermato.

Quattro i medici condannati in primo grado ed assolti in appello, ovvero i dottori Onofrio Triolo, Vittorio Palmara, Antonio Denaro e Roberta Granese. La Procura presso la Corte di Cassazione chiede il nuovo processo d’appello, per rivalutare la responsabilità penale, soltanto per loro quattro, mentre i medici inizialmente imputati erano 10.

Morta di parto

Lavinia è morta in ospedale nel settembre 2016, dopo aver dato alla luce il primo figlio. Aveva 44 anni. Per la famiglia e i consulenti medici, la neo mamma poteva essere salvata.