Escalation conflitti in Medio Oriente e da Sigonella decolla il maxi-drone “Triton” di US Navy
di Antonio Mazzeo – Crescono ogni giorno di più i rischi di esplosione di una guerra globale in Medio Oriente e la Marina Militare degli Stati Uniti d’America invia nel Mediterraneo orientale uno dei maxi-droni Northrop Grumman MQ-4C “Triton” di stanza a Sigonella per svolgere missioni di intelligence e sorveglianza top secret.
Domenica 3 novembre, un velivolo senza pilota di US Navy (registrato con il n. 169660, c/s BLACKCAT5) è decollato dalla grande stazione aeronavale siciliana per raggiungere l’isola di Cipro e successivamente sorvolare i cieli di Siria e Libano.
“Questa missione dovrebbe essere stata motivata dall’escalation delle tensioni in Medio Oriente, considerando la prossimità del volo con la Siria e il Libano, così come quella con il confinante Stato di Israele”, commentano gli analisti di ItaMilRadar che hanno tracciato le evoluzioni aeree del “Triton” USA. “La presenza di un drone USA in queste zone potrebbe indicare un’operazione di raccolta di informazioni di intelligence, possibilmente finalizzata a monitorare i movimenti navali o le attività militari in alcune località come il porto di Beirut, che è prossimo a queste aree di interesse strategico”.
Sempre secondo gli analisti di ItaMilRadar l’utilizzo di droni come l’MQ-4C “Triton” da parte delle forze armate statunitensi è numericamente in aumento, “dato che essi forniscono in tempo reale, immagini a lunga distanza e dati, contribuendo alla sicurezza e alla gestione delle operazioni militari in zone di conflitto”. La traiettoria evidenziata stamani dal velivolo senza pilota partito dalla Sicilia mostra chiaramente l’attenzione riservata dal Pentagono alla regione mediterranea orientale, in particolar modo alle aree costiere e marittime vicine ad Israele.
L’MQ-4C “Triton” è un drone a lungo raggio, basato sulla piattaforma dell’RQ-4 Global Hawk, versione “Block 20”, prodotto dall’industria aerospaziale statunitense Nortrop Grumman. Rispetto alla versione “madre” entrata in funzione con l’US Air Force (anch’essa operativa dalla base di Sigonella), il nuovo velivolo monta una struttura alare rinforzata per operare in condizioni meteorologiche avverse e resistere maggiormente alla grandine, all’impatto con i volatili, ai fulmini e al ghiaccio.
Lungo 14,5 metri e con un’apertura alare di 39,9, il “Triton” può operare entro un raggio di 2.000 miglia nautiche dalla base di decollo, a un’altitudine massima di 18.288 metri e una velocità di crociera di 575 km/h. Il velivolo gode di un’autonomia di volo tra le 24 e le 30 ore consecutive. Nel corso di una sola missione i sofisticati sensori di bordo possono rilevare, classificare e tracciare obiettivi marittimi operanti in profondità monitorando fino ad una superficie di quattro milioni di miglia nautiche. Ad oggi US Navy ha trasferito a Sigonella quattro MQ-4C “Triton”.
L’odierna missione sui cieli di Siria, Libano ed Israele si inserisce nel quadro delle attività di rafforzamento della presenza aeronavale degli Stati Uniti d’America in Medio Oriente. Lo scorso 1° novembre, il portavoce del Pentagono, generale Pat Ryder, ha annunciato il trasferimento di numerose unità navali e aeree nell’area mediorientale in funzione anti-iraniana.
“In linea con i nostri impegni a protezione dei cittadini e delle forze armate USA presenti in Medio Oriente e in difesa di Israele, e per ridurre le tensioni attraverso la deterrenza e la diplomazia, il Segretario alla Difesa ha ordinato il dislocamento addizionale nella regione di cacciatorpediniere per la difesa dai missili balistici, squadroni di cacciabombardieri e aerei cisterna per il rifornimento in volo, nonché di alcuni bombardieri strategici B-52 di US Air Force a lungo raggio”, spiega il generale Ryder. “Queste forze inizieranno a giungere nei prossimi mesi mentre il Carrier Strike Group guidato dalla portaerei USS Abraham Lincoln si prepara a partire”.
“Questi dislocamenti avvengono dopo la recente decisione di installare in Israele il sistema di difesa anti-missile Terminal High Altitude Area Defense (THAAD) così come di rafforzare la postura del Gruppo anfibio di pronto intervento del Corpo dei Marine (Amphibious Ready Group Marine Expeditionary Unit – ARG/MEU) nel Mediterraneo orientale”, aggiunge il portavoce del Dipartimento della Difesa USA. “Questi movimenti dimostrano la natura flessibile della postura di difesa globale degli Stati Uniti d’America e la capacità di dislocare le sue unità in ogni parte del mondo e in tempi rapidissimi per rispondere alle minacce alla sicurezza nazionale”.
La nota stampa del Pentagono si conclude con una decisa minaccia contro le autorità di Teheran. “Il Segretario alla difesa Austin continua ad essere chiaro: se l’Iran, i suoi partner o i suoi vicini provassero a colpire in questo momento il personale o gli interessi statunitensi nella regione, gli Stati Uniti d’America prenderebbero ogni misura necessaria per difendere il nostro popolo”
Per il prossimo round dello scontro USA/Israele – Iran si dovrà comunque attendere l’esito delle elezioni presidenziali negli States.