TUTTI I NOMI – Sequestrato l’immobile del Rotonda Shopping Center: Bancarotta fraudolenta, tre denunce e sequestro per oltre 15 milioni di euro
Si sono concretizzati solo adesso, al termine di una complessa indagine coordinata dalla Procura di Barcellona, gli effetti del clamoroso fallimento della società “Essequattro srl” di Giammoro, proprietaria della catena di negozi di arredamenti del marchio “Centro convenienza” che faceva capo all’imprenditore messinese Nunzio Scozzafava e ai suoi familiari, con punti vendita del marchio “Centro convenienza” - oltre che a Barcellona e Messina -, nel resto dell'isola e fino a Roma, dichiarata fallita nell’ottobre del 2020.
Di Edg - Importante sequestro per reati societari, del valore di oltre 15 milioni di Euro, eseguito dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto guidata dal procuratore capo Giuseppe Verzera.
L’ordinanza di misura cautelare reale, richiesta dalla sostituta procuratrice Emanuela Scali, è stata emessa nei confronti di 3 persone, indagate in concorso tra di loro, per il reato di bancarotta fraudolenta riguardante il fallimento di 5 società in provincia di Messina, formalmente intestate ad un prestanome ma di fatto riconducibili ad un medesimo gruppo familiare. Sono l'imprenditore Nunzio Scozzafava, 73 anni, di Messina, il figlio Augusto Scozzafava, 33 anni, di Milazzo, considerati amministratori di fatto della fallita società e di Carmelo Bellinvia, 60 anni, di Castroreale, l'effettivo amministratore che inquirenti e investigatori ritengono invece proforma.
In particolare, il focus investigativo, ha riguardato le circostanze e le cause che hanno portato, in un breve arco temporale, al tracollo finanziario di 5 aziende, operanti nel settore della produzione e commercio di arredi e mobilio per cucina (oltre al fallimento della società Essequattro srl di Giammoro, alla bancarotta di altre 4 società).
Da successivi e specialistici approfondimenti effettuati dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Messina, è emerso che i vertici aziendali avevano architettato un piano volto a sottrarre l’intero patrimonio finanziario e immobiliare delle imprese, causandone il fallimento.
Nel dettaglio, attraverso svariate alchimie contabili e stratagemmi giuridici concretizzatisi nella svalutazione di crediti, erogazione di ingiustificati finanziamenti, distrazione delle rimanenze di magazzino e cessione di immobili, gli indagati hanno complessivamente distratto o comunque dissipato dalle 5 società fallite, somme per un importo complessivo di circa 36 milioni di euro, destinando le risorse ad impieghi estranei alla loro attività.
Inoltre, i responsabili, allo scopo di rendere oltremodo difficoltosa la ricostruzione delle operazioni commerciali e, quindi, il recupero dei beni da parte degli organi della liquidazione, hanno omesso di consegnare parte delle scritture contabili obbligatorie, al punto da non richiedere tempestivamente la dichiarazione di fallimento al competente Tribunale, così aggravando la situazione di dissesto delle società.
A conclusione delle complesse attività d’indagine, le Fiamme Gialle sono riuscite ad identificare un complesso immobiliare di circa 10.212 metri quadri, ubicato in località Corriolo, lungo la statale 113, il Rotonda Shopping Center, alle porte di Milazzo (inaugurato nel dicembre del 2018), avente un valore commerciale stimato in oltre 15 milioni di Euro che, dopo essere stato sottratto al patrimonio di una fallita (la Pelka Distribuzioni Srl) attraverso una compravendita simulata per un valore di 4,5 milioni di euro, così da evitare le azioni di recupero dei vari creditori, è stato ceduto, in modo irregolare, ad una “new-co” (la C.S.E. srl), di fatto riconducibile al già noto gruppo familiare dell'imprenditore Nunzio Scozzafava.
Di qui la richiesta di sequestro avanzata alla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto la quale, condividendo l’assunto della Polizia Giudiziaria, richiedeva ed otteneva dal Giudice per le indagini preliminari il sequestro preventivo impeditivo dell’immobile ubicato nel Comune di Milazzo esteso su un’area complessiva di oltre 10,000 mq, utilizzato attualmente quale shopping center.
Al riguardo, l’Autorità Giudiziaria, per evitare ripercussioni negative sul tessuto economico dell’intero comprensorio milazzese, ha previsto che le esigenze cautelari siano soddisfatte senza lo spossessamento del bene e limitazioni all’utilizzo dello stesso, rendendolo opponibile ai terzi attraverso la trascrizione nei registri immobiliari.
Sigilli al centro commerciale ma attività d’impresa assicurata.
Tra fallimenti e nuove iniziative imprenditoriali, l’impero creato dall’imprenditore Nunzio Scozzafava, 73 anni di Messina, e dal figlio Augusto Scozzafava, 33 anni di Milazzo, considerati amministratori di fatto delle fallite società amministrate da Carmelo Bellinvia, 60 anni di Castroreale, che investigatori ritengono invece proforma, resta alla guida delle sue attività. Infatti, il gip del Tribunale di Barcellona Giuseppe Caristia, accogliendo la richiesta di misura cautelare reale avanzata dai magistrati della Procura di Barcellona – in relazione a tutti i reati di bancarotta fraudolenta contestati alle tre persone ai vertici delle cinque aziende fallite – ne ha disposto il sequestro preventivo cosiddetto “impeditivo” del centro commerciale “La Rotonda shopping center”.
La formula adottata per il sequestro permetterà agli esercizi commerciali estranei alle vicende giudiziarie dei proprietari di continuare a svolgere le attività presenti in loco. Il complesso immobiliare poi diventato “La Rotonda shopping center”, pur sequestrato con iscrizione nel registro immobiliare per impedirne la vendita, non ha avuto nominato dall’Autorità giudiziaria il custode giudiziario per curarne la gestione. Il complesso immobiliare con destinazione commerciale è nella disponibilità della nuova società C.S.E. srl, società di proprietà di Nunzio e Augusto Scozzafava. Gli stessi azionisti indagati lo avrebbero distratto dalla disponibilità della fallita società “Pelka Distribuzioni srl”. Infatti, lo stesso complesso che ospita altre società commerciali gestite da terzi che pagano importanti somme per gli affitti resterà nella disponibilità degli azionisti indagati che evidentemente incasseranno le quote degli affitti. Il valore del compendio sequestrato è stato valutato in oltre 15 milioni di euro. Nelle more dei numerosi fallimenti che si sono succeduti come un effetto domino, gli stessi imprenditori hanno fondato nuove società che gestiscono altre attività, anche relative alla ristorazione.
Si attende adesso la chiusura delle indagini per i diversi casi di bancarotta fraudolenta contestati ai tre indagati artefici della creazione di scatole cinesi servite per utilizzare i fondi societari delle oltre cinque società dichiarate fallite perché spogliate dei capitali.