Terremoto nella sanità messinese, arrestato il prof. Antonino Micari
Corruzione nelle forniture ospedaliere. Sono nove le misure cautelari agli arresti domiciliari eseguite dalla guardia di finanza etnea nelle province di Catania, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Perugia, col supporto dei comandi provinciali del Corpo. Tra i destinatari quattro direttori d’Unità operative complesse di aziende ospedaliere della Sicilia orientale. In questo gruppo rientra il noto cardiologo Corrado Tamburino. Il medico, professore ordinario di Cardiologia all’Università di Catania, ha ricoperto l’incarico di direttore della scuola di specializzazione di Cardiologia. Nel suo curriculum sono riportate oltre 20mila diagnosi e interventi, alcuni dei quali eseguiti dal medico per la prima volta in Italia. Soltanto a metà giugno Tamburino aveva lasciato il suo incarico all’azienda Policlinico di Catania per accettare un nuovo incarico al Centro Cuore Morgagni. Un passaggio che il cardiologo aveva commentato così: «Voi tutti sapete che a suo tempo ho chiesto a mia figlia e mio genero di non lavorare nel pubblico con me, indirizzandoli verso un percorso diverso. Adesso mi si offre l’opportunità di un incarico e di potermi ricongiungere professionalmente ai miei affetti con in mano una nuova sfida, fonte di energia e stimoli».
Gli altri cardiologi coinvolti sono Antonio Micari, in servizio al Policlinico di Messina, Marco Contarini, direttore di Cardiologia all’ospedale Umberto I di Siracusa e Antonino Nicosia, vertice del dipartimento Cardio-Neuro-Vascolare dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa. Le misure cautelari riguardano anche rappresentanti di società di distribuzione locale di multinazionali di dispositivi medici, un rappresentante delle multinazionali e un provider per l’organizzazione di eventi, a vario titolo indagati in concorso per falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. Ai domiciliari anche Rosa Vitale, Caterina Maugeri, Giancarlo Antonio Girlando, Francesco Dottorini e Pietro Sola. Le prime tre persone sono rispettivamente rappresentanti delle società Presifarm, Archigen e Cardiovascular. L’operazione è stata denominata Vasi comunicanti. Stando alle accuse, i medici avrebbero ricevuto somme di denaro per favorire le aziende private per la fornitura di stent.