26 Giugno 2024 Politica e Sindacato

NICHI VENDOLA SI RACCONTA A “VITE SPERICOLATE”: TORNO A COMBATTERE CON MENO FIATO MA CON LA ‘TIGNA’ DI SEMPRE

Di Tonino Cafeo - Non tornava a Messina dal 2013 e rivederne dopo tanto tempo le strade, i palazzi e soprattutto i volti familiari è stata per lui una grande emozione.
È Nichi Vendola, l’ultimo grande intellettuale meridionale che ha impegnato tutta la propria vita in politica coltivando la speranza concreta di costruire qui e ora una società più umana. Gli abbiamo dedicato questo special estivo di "Vite Spericolate - storie speciali di persone normali" e lui ci ha ripagato raccontandosi, come piace a noi, a cuore aperto.
Insieme abbiamo toccato temi d’attualità: dal suo ritorno alla politica attiva come presidente di Sinistra Italiana, al pericolo per le istituzioni democratiche costituito dall’estrema destra al potere e dalle sue controriforme che rischiano seriamente di lacerare il tessuto sociale e l’assetto istituzionale previsto dalla Costituzione. Qui Nichi si è infervorato ritrovando i toni della sua mai sopita passione civile, ma non sono mancati momenti emozionanti anche nella rievocazione delle tappe più importanti del suo percorso.
Vendola fin da ragazzino, alla fine degli anni settanta, non si è risparmiato tenendo – in tutte le proprie scelte – ferma la barra sulle vite che la società capitalista considera “di scarto”. Brillante studente di lettere, si è laureato con Arcangelo Leone De Castris, grande storico della letteratura italiana dell’Università di Bari, che gli ha trasmesso un’idea di cultura fortemente impegnata politicamente e “aperta al mondo”.
Con questo retroterra Nichi è stato fra i fondatori di Arcigay e protagonista, insieme a Pietro Folena, della Rifondazione della Fgci, l’organizzazione dei giovani del Pci, andando in controtendenza nel pieno riflusso della metà degli anni ottanta.
Queste esperienze decisive le ha poi riportate nel suo lavoro di giornalista a Rinascita, la prestigiosa rivista comunista fondata da Togliatti e diretta nei primi anno novanta da Alberto Asor Rosa, e poi ancora nell’opposizione alla svolta di Occhetto e nella militanza in Rifondazione Comunista, quando è stato uno dei dirigenti più vicini a Fausto Bertinotti e ha accompagnato la crescita politica della generazione di ragazze e ragazzi del movimento altermondialista (Genova, 2001).
Alla fine degli anni novanta l’impegno nelle istituzioni di Nichi Vendola si è rivolto principalmente alla Commissione Parlamentare Anfimafia, di cui è stato vicepresidente. È in questo periodo che si è legato strettamente alle vicende della nostra città, denunciando il “verminaio”, costituito dallo stretto intreccio fra politica, affari e criminalità organizzata.
La capacità di Nichi Vendola di tenere insieme tensione utopica e grande concretezza è stata infine il carburante che gli ha permesso di vincere la scommessa - che sembrava persa in partenza  - delle primarie del centro sinistra pugliese e di guidare in seguito la regione per ben dieci anni
innescando quei processi virtuosi che hanno fatto della Puglia una delle regioni più avanzate del Mezzogiorno. Ogni cosa però ha un inizio e una fine.
Oggi Nichi Vendola si ritrae essenzialmente come “marito e padre felice” e lavora alle sue opere poetiche e teatrali, ma non ha per nulla abbandonato l’impegno politico: il suo passo di lato rispetto alle istituzioni ha il senso di promuovere una classe dirigente più giovane per la sinistra.
Un obiettivo che appare adesso a portata di mano, visti gli ottimi risultati ottenuti dall’Alleanza Verdi Sinistra alle recenti elezioni europee.
Buona visione.