Salvini: «Di alcuni mi stupisce la fobia per le infrastrutture…»
«Lasciamo che gli ingegneri facciano gli ingegneri. Ci sono centinaia di professionisti, tecnici, docenti universitari, ingegneri, geologi, architetti che da anni stanno lavorando a un ponte, come tanti altri, in tante altre parti del mondo. Qui in Italia si riesce a contestare una diga, un ponte, una ferrovia, un tunnel, un’autostrada. Il mio mestiere è fare infrastrutture più moderne, più sicure, più veloci, che tolgano traffico, che riducano l’inquinamento. E quindi faremo il Ponte a Messina. Mi stupisce questa fobia alle infrastrutture che c'è da parte di qualcuno». A dichiararlo è il vicepremier, Matteo Salvini, a margine di un convegno organizzato da Assimpredil Ance. Alle domande sullo studio del Comune di Villa San Giovanni, che sosterrebbe l'impossibilità a realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina poiché poggerebbe su una faglia, il ministro dei Trasporti lascia che siano i tecnici e gli esperti a rispondere. Sul piano strettamente politico, invece, Salvini parla di vera e propria «fobia» da parte di alcuni nei confronti delle grandi infrastrutture. E questa, secondo il ministro, almeno in tali proporzioni, «è un’anomalia tutta italiana». Ma l’obiettivo – aggiunge il leader della Lega – «continua a rimanere l’avvio dei cantieri entro il 2024. Il Ponte sullo Stretto penso che sia il ponte più studiato al mondo. Estraniamo dall’agone politico quello che è un ponte, è un’opera pubblica che non ha un colore politico». E poi ribadisce i concetti già espressi innumerevoli volte: «Quest’opera vuol dire continuità territoriale per 5 milioni di italiani, creerà secondo le stime 120.000 posti di lavori con Lombardia che sarà la più coinvolta come maggior incremento di Pil, ma tutte le regioni italiane, alla fine, ne beneficeranno. E per la Sicilia sarebbe la fine di quella “condizione di insularità” che, secondo uno studio recente, costa ai siciliani circa 6-7 miliardi ogni anno».
Sulle iniziative giudiziarie e sui ricorsi presentati dal portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, il vicepremier dice di essere ormai abituato: «Non so quanti esposti nei mie confronti alla Procura della Repubblica ho già. La Procura di Roma ha aperto fascicolo contro ignoti, ipotizzo che l'ignoto abbia un nome e un cognome e sia nato al San Carlo di Milano». Ma la “via giudiziaria” per bloccare le opere, secondo il ministro dei Trasporti, «è una mossa che va contro il Paese e il nostro Governo andrà avanti, perché ci sono infrastrutture che, da Nord a Sud, vanno realizzate». Salvini, lo ricordiamo, sarà il 31 a Messina, per l’incontro su “L’Italia del Sì”, che si terrà a bordo della nave “Dattilo”, ancorata alla banchina Marconi.