Calci e pugni alla compagna davanti ai bambini e presa a botte anche quando era incinta, arrestato un 29enne
Un uomo di ventinove anni, messinese, è stato arrestato nei giorni scorsi dagli agenti della Squadra Mobile, poiché gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti contro familiari per aver messo in atto reiterate condotte di violenza, fisica e psicologica, nei confronti della ex compagna.
In particolare, secondo gli elementi acquisiti, l’uomo, in più occasioni, l’ha minacciata di morte aggredendola verbalmente e fisicamente con calci, pugni e schiaffi, anche alla presenza dei bambini.
Le condotte vessatorie sono state commesse durante la convivenza; ma anche dopo la separazione, mai accettata, spesso attraverso l’invio di video o pubblicando sullo stato di whatsapp foto di pistole e fucili accompagnate da messaggi gravemente minatori; in un video, inviatole dopo la separazione, la persona arrestata brandiva una pistola, accompagnando l’atto con velate minacce.
Le aggressioni non si sono fermate neanche durante il periodo in cui la donna era in stato di gravidanza, costringendola a vivere in un clima di totale sopraffazione, violenza fisica e continue umiliazioni.
L’intervento della sezione della Squadra Mobile, specializzata nei reati in danno delle fasce deboli, ed i successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di delineare le responsabilità dell’indagato. Pertanto, sulla scorta degli elementi emersi a suo carico e raccolti dalla Polizia, la Procura della Repubblica ha richiesto il provvedimento restrittivo al G.I.P., che ne ha tempestivamente condiviso il quadro probatorio, applicando nei suoi confronti la misura della custodia cautelare in carcere.
Quanto sopra, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti dell’indagato che, in considerazione dell’attuale fase delle indagini preliminari, è da presumersi innocente fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti le responsabilità e con la precisazione che il giudizio, che si svolgerà in contraddittorio con le parti e le difese davanti al giudice terzo e imparziale, potrà concludersi anche con la prova dell’assenza di ogni forma di responsabilità in capo all’indagato.