Indagato Ugo Manca per i veleni contro i Manca: l’inizio della fine?
di Lorenzo Baldo - “I vuoti di oblio non esistono. Nessuna cosa umana può essere cancellata completamente e al mondo c’è troppa gente perché certi fatti non si risappiano: qualcuno resterà sempre in vita per raccontare. E perciò nulla può mai essere praticamente inutile, almeno non a lunga scadenza”.
E’ Hannah Arendt a tracciare un punto fermo in quello che sembra l’epilogo di una vicenda odiosa. Siamo in provincia di Messina, a Barcellona Pozzo di Gotto. A due anziani genitori, Gino e Angelina, viene ucciso un figlio, Attilio, un prestigioso urologo, in circostanze misteriose. Comincia di seguito la fase della sua delegittimazione: era un tossico e si è suicidato. Assieme all’avvocato Fabio Repici, Gino, Angelina e Gianluca (il loro figlio minore), cominciano una battaglia estenuante per avere giustizia e verità. Verità su quello che, seguendo le ricostruzioni di diversi collaboratori di giustizia, è un omicidio di mafia e Stato. Ma è una battaglia impari, nella quale spesso lo Stato rema contro. E a infierire con foga contro Gino e Angelina arriva puntuale la mano di chi vigliaccamente comincia a gettare veleni nel loro giardino. E’ una escalation violentissima: intossicazione per i due coniugi, con tanto di sfinimento a livello psicologico. E poi ancora altri attacchi coi veleni. Gino a un certo punto muore, e Angelina si vede costretta a trasferirsi al nord.
Oggi però, così come diceva Hannah Arendt “nessuna cosa umana può essere cancellata completamente al mondo”, ed è la stessa procura di Barcellona Pozzo di Gotto a iniziare a rendere giustizia a una donna che per alcuni era diventata pazza e non più credibile con le sue denunce su questi veleni. Sulla Gazzetta del Sud si legge oggi che Ugo Manca è indagato per atti persecutori nei confronti dei suoi zii, Gino e Angelina Manca. E già questo dovrebbe far inorridire. Certo è che gli atteggiamenti di Ugo Manca nei confronti di chi ha cercato di avere da lui qualche risposta in merito alla morte di suo cugino Attilio si commentano da soli. E sono rimasti impressi soprattutto in un paio di trasmissioni televisive. Nella prima era stata Francesca Fagnani, nel 2014 inviata per la trasmissione di Michele Santoro “Servizio Pubblico” che, per la puntata del 24 aprile aveva realizzato un servizio accurato sul caso Manca.
In quell’occasione era riuscita ad avvicinare Ugo Manca, addirittura entrando a casa sua. Poi però lo stesso Ugo, di fronte all’osservazione della giornalista, sul fatto che sua zia, Angelina, fosse a tutti gli effetti la madre di un ragazzo ucciso, aveva avuto una reazione di stizza: “Cosa ha detto? Cosa ha detto? Si tratta di una overdose, punto e basta!”. E quando la giornalista lo aveva incalzato riferendosi all’intervento chirurgico al varicocele che Ugo Manca si era fatto fare da Attilio a dicembre del 2003: “Ma lei si faceva operare da un tossico? ...”, lui le aveva risposto con un rabbioso “lasciamo stare!” prima di spingerla letteralmente fuori di casa.
Successivamente era stato Gaetano Pecoraro che, nella puntata del 10 dicembre 2017 per “Le Iene”, aveva ugualmente tentato di porre una semplice domanda a Ugo Manca.
“Qual è il suo ruolo nella morte di suo cugino”, gli aveva domandato l’inviato de “Le Iene”. Ugo Manca si era innervosito palesemente ed era scappato via in macchina; poi si era fermato, aveva accennato alla possibilità di un incontro allo studio del suo avvocato, per poi fuggire definitivamente facendo perdere le sue tracce.
Oggi per la procura di Barcellona Pozzo di Gotto il cugino di Attilio sarebbe quindi l’autore di quegli ignobili attacchi nei confronti dei coniugi Manca. Ignobili perché rivolti a due persone indifese, la cui unica colpa era quella di cercare la verità su quello che per la Commissione parlamentare antimafia è un omicidio.
Una verità che dà molto fastidio a chi si è macchiato di un simile crimine? E’ l’inizio della sua fine? Lo stabiliranno i magistrati. Nel frattempo, parafrasando la Harendt: “Qualcuno resterà sempre in vita per raccontare”.
Da qualche giorno Angelina Manca è tornata nella sua casa di Barcellona Pozzo di Gotto. A dimostrazione che nessun attacco, nemmeno il più vile, potrà fermare quella sua spasmodica ricerca della verità. A futura memoria.
Info: attiliomanca.it
Ugo Manca indagato per «atti persecutori». Per anni avrebbe «versato sostanze inquinanti» nel giardino della loro casa.
Gino ci è morto per quei veleni. Era l’agosto del 2023 quando se n’è andato senza poter avere verità e giustizia come ha chiesto invano per troppo tempo. La signora Angela poi è dovuta andare via da quella casa e da quel giardino di Barcellona Pozzo di Gotto, dove gli spettri giornalieri della morte di Attilio, il suo figlio adorato, se li ritrovava ad ogni angolo. E poi c’erano i veleni quotidiani che qualcuno sversava di notte nel loro giardino. L’aria diventava irrespirabile, la gola bruciava, le piante appassivano come bruciate.
Per quei veleni versati di notte per anni nel loro giardino adesso c’è un indagato. Ed è il nipote Ugo Manca, il loro parente e vicino di casa, che è stato raggiunto da un atto di chiusura delle indagini preliminari con contestuale informazione di garanzia, siglato dal sostituto procuratore Carlo Bray e controfirmato dal procuratore capo di Barcellona Pozzo di Gotto Giuseppe Verzera.
L’ipotesi d’accusa a carico di Ugo Manca, che risulta assistito dall’avvocato Franco Bertolone, è quella di atti persecutori: avrebbe sversato in numerose occasioni (nei mesi di maggio e agosto del 2022, nonché nei mesi di aprile, maggio, giugno, luglio e agosto del 2023) sostanze nocive nel giardino di pertinenza dell’abitazione dei vicini, i coniugi Angela Gentile e Gioacchino Manca, provocando in loro difficoltà respiratorie e il perimento delle piante. Ha ingenerato in loro un fondato timore per la propria incolumità. Li ha costretti ad alterare le proprie abitudini di vita, a tenere chiuse porte e finestre della propria casa anche d’estate, a non uscire in giardino. E infine ad abbandonare la propria casa. Tutto questo è accaduto, secondo la Procura, sin dal mese di maggio del 2022, e la condotta sarebbe ancora in atto.
Da un paio di giorni la signora Angela è tornata a Barcellona, nella casa di famiglia. Sola e sconfortata. Le sua parole ormai sottili le pronuncia piano. Il primo pensiero è per Gino: «Mio marito mi diceva sempre “mi manca il respiro, mi manca il respiro”. E perfino dopo la sua morte hanno intensificato queste azioni vigliacche. Io mi svegliavo nel cuore della notte perché sentivo questi odori intensi che mi bruciava lo stomaco, e poi la mattina mi bruciava tutta la pelle. Mi creda, entrare nel nostro giardino era diventato una pena, vedere tutte quelle piante che morivano giorno dopo giorno ... mio marito aveva curato questo giardino con tanto amore, c’erano rose rampicanti, cespugli di rose, ciclamini, una pomelia, una camelia ... tutto morto ... non c’era più niente, della magnolia mezzo tronco adesso non c’è più ... quello che ho visto non si può immaginare. Ma mi creda, la cosa che mi fa più male ... dopo che ho perso un figlio ... perché questo accanimento ... perché questa malvagità ... perché questa cattiveria».
La voce si spezza, la signora Angela fa un profondo respiro, le parole rimangono in gola, poi un ultimo pensiero amaro: «... sono tornata, adesso, sono tornata. Che le devo dire ... speriamo che mi lascino vivere tranquilla questi ultimi giorni della mia vita».
La denuncia del settembre 2022
Gino e Angela Manca lo avevano sempre gridato che qualcuno avvelenava il loro giardino rendendo anche l’aria irrespirabile. Qualcuno che gettava acido di notte, e appena si svegliavano vedevano appassire le foglie ormai bianchicce, e intorno l’aria diventa irrespirabile. Diventava impossibile uscire di casa. Non ce la facevano più. Nel settembre del 2022 presentarono una denuncia in Procura, a Barcellona, la scrisse il loro legale, l’avvocato Fabio Repici, che li ha sempre assistiti anche nella ricerca della verità per l’omicidio dei figlio Attilio. L’avvocato Repici la inoltrò anche in Prefettura. I carabinieri, delegati per l’indagine, in quei giorni li ascoltarono entrambi Gino e Angela, per sentire il racconto delle intimidazioni.
Già parecchi anni fa Gino e Angela avevano denunciato che nel giardino della propria casa qualcuno aveva versato sostanze acide che avevano provocato gravissimi danni agli alberi e alle piante. Ma non si arrivò a nulla. Adesso finalmente lo scenario è cambiato. Rimane da comprendere quale sia il nesso per la Procura che lega gli sversamenti a Ugo Manca. Possiamo ipotizzare che uno dei punti in questione siano i risultati di una perquisizione che i carabinieri effettuarono a casa di Ugo Manca, sequestrando un bidone che conteneva alcune sostanze non poste in libera vendita. Le verifiche di compatibilità con quelle sversate nel giardino potrebbero aver portato a dei risultati.
Il 2022 fu terribile per i Manca. Il 9 maggio una pianta di aloe e una magnolia si rinsecchirono emanando un puzzo acido che provocò una forte irritazione alle vie respiratorie. Il giorno dopo due carabinieri fecero un sopralluogo. Il 16 agosto un analogo episodio: due vasi con le piante protette da un velo di plastica, avevano una patina biancastra e l’aria era per l’ennesima volta irrespirabile, con le solite complicazioni per loro. Il giorno dopo, il 17 agosto, di nuovo nel giardino furono versate sostanze acide. Di prima mattina Gino e Angela notarono un telo di plastica, con cui era stata riparata una giara, quasi sbriciolato, e alcune piante si essiccarono all’improvviso. Il 20 agosto appena Gino e Angela si alzarono, si accorsero che dal giardino proveniva un puzzo di acido insopportabile, che di nuovo provocò ad entrambi difficoltà alle vie respiratorie. Il 22 agosto di nuovo e di prima mattina, percepirono nuovamente in giardino un fortissimo puzzo acido. Questa volta avevano colpito un cactus, che s’era essiccato spurgando liquido biancastro. Anche altre piante rinsecchirono improvvisamente, con l’aria intorno che aveva una carica irritante fortissima.
Insomma un canovaccio sempre uguale li accompagnò per tutta l’estate: qualcuno di notte versava sulle piante del giardino e sul terreno di casa un liquido acido, che in un lampo faceva appassire tutto e rendeva l’aria irrespirabile.
L’interrogazione parlamentare
In quei giorni i parlamentari nazionali del Movimento 5 stelle presentarono un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Interno e della Giustizia, tra i firmatari c’era anche l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho. «Nel 2004 e nel 2005 i coniugi Manca presentarono esposti alla procura di Viterbo e di Messina, rappresentando sospetti circa il coinvolgimento del nipote Ugo Manca nella morte di Attilio. Da allora - scrissero tra l’altro i parlamentari -, Ugo e Gaetano Manca (padre di Ugo) misero in atto comportamenti vessatori e intimidatori nei confronti dei genitori di Attilio». Secondo i parlamentari M5s, gli atti vessatori e minatori contro i genitori di Attilio Manca «iniziarono nel momento in cui i coniugi sollevarono dubbi sul coinvolgimento di soggetti barcellonesi, legati alla locale cosca mafiosa, nella morte del proprio figlio» e sono «da interpretare come miranti a far recedere l’ormai vedova Angela Gentile dal suo impegno». Fonte: Gazzetta del Sud