L’addio a Franco Providenti: “C’è stato un tempo in cui Messina era una città senza cittadini sudditi…” di Fabio Mazzeo
Di Fabio Mazzeo - C’è stato un tempo, sì lontano ma non così lontano da non recuperare migliore memoria e qualche documento, in cui Messina, la mia città, era una grande comunità, una città con cittadini, non sudditi né servi.
Ecco, se c’è un torto non più perdonabile, ora che Franco Providenti non c’è più, è quello di liquidare in modo semplicistico quella stagione, gli anni che videro Providenti sindaco di Messina.
Dopo avere coltivato il privilegio di decine e decine di interviste e colloqui, dopo avere tirato fuori qualche appunto gelosamente conservato, in sincerità non so se Providenti sia stato il miglior sindaco della storia di Messina, e non è questo il giorno di classifiche o inutili analisi. È però possibile affermare senza dubbio che Franco Providenti è stato un protagonista eccezionale di reale cambiamento. Soprattutto perché quel mandato di sindaco per la prima volta ricevuto direttamente dai cittadini lui lo interpretò meravigliosamente grazie a due attitudini che portava dalla sua esperienza professionale: conoscenza dei fatti derivante dall’ascolto e nessun timore di portare avanti una decisione. Mai chiese cieca fedeltà, mai negoziò sulla sua personale libertà di decidere.
Franco Providenti fu un grande protagonista, questo senza dubbio, della stagione in cui per la città ci si divideva sulle idee, non sulle persone.
Franco Providenti fu uno strenuo difensore dei diritti di tutti.
Franco Providenti era capace di momenti privati di ruvida asprezza ma pubblicamente era rispettoso dell’opinione e soprattutto della condizione di tutti.
Franco Providenti è stato uno degli ultimi portatori naturali della Messina che esigeva dignità e decoro.
Oggi quella città lo ricorda con affetto, sincera gratitudine e ancora più grande nostalgia.
E Salvatore, erede di quella cultura di generosità e amore per il prossimo, merita il più caro degli abbracci