IL VIDEO E LE FOTO – MESSINA: Si è insediato il nuovo procuratore capo della Repubblica Antonio D’Amato
Video e foto Edg -
Si è insediato stamane il nuovo procuratore capo della Repubblica del Tribunale di Messina, Antonio D’Amato, nominato lo scorso 7 febbraio dal plenum del Csm dopo una selezione tra quindici candidati, tra cui la procuratrice capo facente funzioni, Rosa Raffa (nella foto il passaggio di consegne). Dopo l’approvazione del cosiddetto “anticipato possesso”, il magistrato è da oggi a Messina per iniziare a lavorare nel suo nuovo ufficio. La cerimonia d’insediamento si è tenuta nell'aula di Corte d’Assise del palazzo di giustizia di Messina alla presenza di tantissimi colleghi, anche di altri distretti (presenti, tra gli altri, il procuratore aggiunto di Catania Sebastiano Ardita, i presidenti dei Tribunale di Reggio Calabria e di Palmi Mariagrazia Arena e Concettina Epifanio, il procuratore capo di Palmi Emanuele Crescenti, il procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere Bruni).
Il procuratore D'Amato, nel salutare tutte le autorità presenti ha tenuto a sottolineare che “con i sostituti già da oggi intraprenderemo un percorso lungo le coordinate già abilmente ed efficacemente tracciate prima che arrivassi”.
IL DISCORSO DI INSEDIAMENTO.
Collaborazione leale e cooperazione istituzionale, la tutela dei più deboli e dei più bisognosi ("perché è solo proteggendo i più deboli che si rafforza tutta la comunità dai continui attacchi del malaffare, sempre più infiltrato negli enti locali e nella pubblica amministrazione”), la lotta alla mafia come priorità, tra i passaggi chiave del suo intervento (vedi video) durante la cerimonia di insediamento che si è tenuta nell’aula di Corte d’Assise del palazzo di giustizia di Messina. Durante l'intervento D'Amato ha ricordato i tanti colleghi del distretto di Reggio Calabria, molti adesso a Messina, che ha incontrato durante la lunga carriera e le vittime di mafia, "la cui memoria va sempre coltivata".
Il neo procuratore ha fatto riferimento anche alle scoperture in pianta organica del distretto di Messina. «I vuoti di organico caratterizzano questo ufficio giudiziario da parecchio tempo, mancano quattro unità. Un’altra collega è in procinto di partire mi attiverò immediatamente presso tutti gli organi competenti dell’amministrazione centrale dello Stato per ottenere che in tempi ragionevoli che questa scopertura venga colmata» ha detto il procuratore D’Amato. «E' la precondizione - ha aggiunto - per garantirsi un’efficace risposta alla domanda di giustizia che proviene dai cittadini e dal territorio».
«La lotta alla mafia - ha anche detto - è una priorità ma accanto a questa ci sono tanti altri comportamenti penalmente rilevanti che scuotono la convivenza civile, come i fatti da codice rosso, la criminalità economica, la materia ambientale e la tutela della sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro e tutto un complesso di attenzioni che la Procura della Repubblica deve avere per assolvere al proprio compito che è innanzitutto di esercitare il controllo di legalità sul territorio oltre che alla repressione dei reati».
«La prima cosa che chiederò al ministro sarà di adeguare la procura con i quattro sostituti che tra poco saranno cinque che mancano perchè l’azione che si richiede agli uffici giudiziari, in particolare alla procura, non può essere efficace se la procura che conta 19 sostituti parte con un handicap di 5 unita cioè 14. Non tollereremo più ritardi».
LA CARRIERA.
Originario di Torre del Greco, D’Amato ha iniziato la sua carriera come pubblico ministero a Palmi nel lontano 1989. Ha poi lavorato a Napoli, entrando a far parte del pool che si è occupato di indagini cruciali durante gli anni di Tangentopoli, concentrandosi sulle tangenti nel settore sanitario. Rappresentante della corrente di Magistratura indipendente, D’Amato ha accumulato esperienza in diversi ambiti, tra cui il Ministero della Giustizia, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e come pubblico ministero anticamorra. Prima della sua nomina a Messina, ha ricoperto il ruolo di procuratore aggiunto a Santa Maria Capua Vetere, dove ha coordinato indagini su crimini d’impresa, criminalità economica e sicurezza sul lavoro. Le indagini guidate da D’Amato hanno portato a sequestri e confische per centinaia di milioni di euro, colpendo i cosiddetti “colletti bianchi” e smascherando attività illecite in importanti insediamenti industriali e commerciali, nonché nel settore sanitario. Grazie all’adozione di protocolli di indagine condivisi con il tribunale e la polizia giudiziaria, ha sviluppato strategie efficaci per combattere il patrimonio illecitamente accumulato da esponenti criminali. Oltre alla sua carriera giudiziaria, D’Amato è autore di pubblicazioni scientifiche di rilievo nazionale e svolge attività di insegnamento presso alcune università italiane, focalizzandosi sul diritto penale, l’ordinamento giudiziario, la legislazione antimafia e la cooperazione giudiziaria internazionale. La sua nomina a procuratore capo a Messina è quindi un ulteriore passo in una carriera dedicata alla giustizia e alla lotta contro il crimine.