Medaglia d’oro al valor civile ai quattro poliziotti che sventarono l’attentato a Giuseppe Antoci
L’Associazione dei funzionari polizia l’aveva invocata subito. In una nota chiese «al ministro dell’Interno e al capo della polizia, ciascuno per la parte di competenza, di avviare l’iter per il riconoscimento della medaglia d’oro al valore civile e per la promozione per merito straordinario». Il Corriere della Sera, in un articolo di Alessio Ribaudo, è in grado di svelare che, dopo un percorso durato sette anni, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha emanato un decreto proprio per conferire la medaglia d’oro al valor civile ai quattro poliziotti che — con prontezza di riflessi e coraggio —, nella notte fra il 17 e il 18 maggio del 2016, salvarono la vita a Giuseppe Antoci. L’allora presidente del Parco dei Nebrodi — «padre» di un protocollo di legalità poi assorbito nel codice antimafia — fu oggetto di un attentato eseguito, a colpi di lupara, sparati da un commando di cosa nostra nella tortuosa strada che da Cesarò arriva a Sant’Agata di Militello, nel Messinese.
Un gruppo di fuoco che, a oggi, non è stato ancora individuato. A essere insigniti sono stati l’attuale questore vicario di Cuneo, Daniele Manganaro, 50 anni e all’epoca dirigente del commissariato di polizia di Sant’Agata di Militello; il vice ispettore Sebastiano Proto, 47 anni; il sovrintendente Salvatore Santostefano, 51 anni, e il vice sovrintendente Tiziano Granata («alla memoria», perché scomparso a 40 anni nel 2018).
Le motivazioni
La ricompensa al questore vicario Daniele Manganaro — tre lauree, un master di secondo livello, abilitato alla professione di avvocato, primo del corso alla scuola per funzionari di polizia — è stata attribuita perché «interveniva con straordinaria determinazione a tutela del Presidente del “Parco dei Nebrodi”, cui fungeva da scorta unitamente ad altri colleghi, reagendo con grande tempestività ad un agguato teso da malavitosi legati a contesti criminali mafiosi. Nonostante venisse fatto bersaglio di colpi di arma da sparo, rispondeva prontamente aprendo il fuoco, riuscendo a porre in salvo il Presidente del Parco e a far desistere i malviventi dal loro intento criminale, costringendoli alla fuga. Mirabile esempio di coraggio, altruismo e virtù civiche».
La commozione
«Dedico questo importante riconoscimento a mia figlia Sofia e a mia moglie — dice commosso Manganaro al Corriere — ma anche alle famiglie di Tiziano Granata e Rino Todaro, e al signor Dino che era il papà del presidente Antoci ed è recentemente scomparso. che ci sono stati vicini in tempi veramente duri e difficili. È un premio a tutti gli sbirri da strada, pronti, come tantissimi altri poliziotti, a rischiare la propria vita per tutelare l’incolumità dei cittadini, oggi e per sempre. Non ho fatto assolutamente nulla di straordinario perché mi pagano per fare quello che ho fatto e rifarei tutto uno, dieci, cento e mille volte». Manganaro era stato a capo di quella che fu ribattezzata come «squadra dei vegeteriani» perché gli agenti — indagando sulle truffe sui fondi pubblici in agricoltura e sulle sofisticazioni alimentari — avevano deciso di non mangiare più carne. Il dirigente vanta anche altre decorazioni, tra le quali la medaglia d’argento al valore ambientale del ministro dell’Ambiente, la medaglia d’oro al valore della Regione Siciliana. Inoltre insieme agli altri tre poliziotti furono promossi per meriti straordinari. Per l’allora capo della polizia, avevano evidenziato un «chiaro esempio di coraggio e abnegazione» oltre a «eccezionali capacità professionali e straordinario senso del dovere ingaggiando incuranti del pericolo, un conflitto a fuoco con alcuni malviventi, salvando la vita al presidente dell’ente Parco dei Nebrodi, fatto oggetto di un attentato di stampo mafioso».
L’iter
La medaglia d’oro, fu istituita nel 1851 dal re Vittorio Emanuele II e, sino a oggi, è stata concessa solo 1.014 volte. L’iter selettivo è durissimo. Il primo passo è l’esame di una speciale commissione che viene nominata con decreto presidenziale, su proposta del ministero dell’Interno. La presiede un prefetto e ne fanno parte anche un generale dell’Arma dei carabinieri, un senatore, un deputato, due designati dalla presidenza del consiglio dei ministri. Se esprime il parere favorevole poi è il ministro dell’Interno a proporre al presidente della Repubblica il conferimento che avviene con decreto del capo dello Stato. Quasi sempre viene assegnata «alla memoria» per quanti hanno sacrificato la vita per compiere eccezionali atti di eroismo per salvare altre persone. Non a caso, dal 2023 a oggi, ne sono state conferite solo dieci. Le altre sei sono andate a quattro persone vittime del dovere o che hanno sacrificato la vita con altruistici gesti eroici; poi una alla bandiera della polizia e una al dipartimento della Protezione civile.
Le reazioni
«Apprendo da voi del Corriere della Sera la felicissima notizia della concessione della medaglia d’oro al valor civile per gli uomini della mia scorta — dice emozionato al telefono Giuseppe Antoci, già presidente del Parco dei Nebrodi — che quella terribile sera mi salvarono la vita e ringrazio di cuore il presidente Sergio Mattarella, che in questi anni non mi ha mai fatto mancare il suo appoggio e la sua attenzione. È un riconoscimento che da oltre 150 anni viene dato prioritariamente “alla memori» e per questo la scelta del capo dello Stato è una carezza al cuore di un Paese che decide di commemorare i vivi, quei ragazzi che con il loro coraggio hanno evitato a tre giovanissime ragazze di perdere il loro padre fermando un’altra strage di mafia. A loro sarò riconoscente per tutta la vita. Un pensiero non può non andare a Tiziano Granata, prematuramente scomparso, sorriderà da lassù».