L’inchiesta dei Ros: Solo il “cassiere” Isgrò risponde, per negare tutto
Gli interrogatori di garanzia sono cominciati presto ieri mattina al carcere di Gazzi per i tre indagati dell’operazione che erano liberi e sono stati arrestati. La gip Ornella Pastore ha sentito il “cassiere” di Cosa nostra barcellonese degli anni ’80 e ’90 Giuseppe Isgrò, che è assistito dall’avvocato Tino Celi, Carmelo Mastroeni, che è assistito dall’avvocato Pietro Fusca, e infine Vincenzo Miano, che è assistito dagli avvocati Gaetano Pino e Antonio Saccà. Solo Isgrò ha risposto, mentre gli altri due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. C’erano per la Procura l’aggiunto Vito Di Giorgio e i sostituti della Dda Fabrizio Monaco e Francesco Massara, i tre magistrati che hanno svolto le indagini con i carabinieri del Ros. Isgrò da “uomo di rispetto” ha praticamente negato su tutta la linea qualsiasi suo coinvolgimento in questa e nelle precedenti vicende di mafia barcellonese, sconfessando perfino le sentenze che lo hanno condannato in via definitiva, arrivando ad affermare che i suoi rapporti con Gullotti, Rao e Di Salvo erano solo di lavoro. Oggi tocca via “Teams” agli altri quattro indagati che si trovavano già in carcere, ovvero Giuseppe Gullotti (“41 bis” a Parma), Salvatore “Sem” Di Salvo (“41 bis” a Sassari), Nicola Cannone (Saluzzo) e Stefano Genovese (Augusta). Saranno assistiti dagli avvocati Franco Bertolone, Tommaso Autru Ryolo, Tino Celi, Tommaso Calderone, Rosolino Ulizzi e Diego Lanza.