Il contratto dei dipendenti comunali, tra luci e ombre
Il bicchiere, alla fine, è mezzo pieno. Ma ci sono aspetti del rinnovo del contratto integrativo 2023-2025 dei 970 dipendenti del Comune, firmato due giorni prima di Capodanno, che inducono la Fp Cgil a parlare di «occasione perduta». Nel documento finale diffuso dal segretario generale Francesco Fucile e dalla Rsu del sindacato si legge che «tra i punti qualificanti dell’intesa rientrano gli aumenti di alcune voci indennitarie legate alle specifiche responsabilità e alle condizioni di lavoro (ad esempio servizio esterni e sicurezza stradale per la polizia locale, le attività di accoglienza e lo sportello al pubblico». In generale, l’accordo raggiunto, sottolinea la Cgil, va letto nell’ottica della riorganizzazione dei servizi «in attesa delle centinaia di assunzioni» ormai imminenti. «Si punta a valorizzare la professionalità e l’impegno dei lavoratori per la città di Messina, si investe per migliorare la qualità dei servizi ai cittadini per affrontare al meglio le grandi sfide della trasformazione della città, del Pnrr e dei vari Pon, tentando di bloccare così la fuga dei dipendenti comunali verso le altre pubbliche amministrazioni».
C’è un però: «Peccato – sottolinea la Fp Cgil – per la scelta politica del sindaco e dei suoi più stretti collaboratori di non avviare la procedure per le progressioni verticali, che avrebbero potuto dare risposte immediate, sia nel campo amministrativo-contabile che in quello della sicurezza e della mobilità urbana». Progressioni verticali, proseguono i sindacalisti, che «avrebbero premiato quei lavoratori meritevoli che da anni hanno svolto e continuano a svolgere con impegno e competenza il proprio lavoro, dipendenti che nel corso degli anni non sono stati valorizzati come meritavano, nonostante abbiano fatto raggiungere, con le loro prestazioni, gli obiettivi prefissati dall’Amministrazione». Ci sono settori nei quali «la mancanza di funzionari, vedi per esempio la polizia municipale, sta creando non pochi problemi organizzativi, che si riflettono, ovviamente, sull’erogazione dei servizi». Il Contratto nazionale 2019-2021 aveva creato le condizioni, «ma questa Amministrazione non ha voluto cogliere questa occasione per dare le risposte che i dipendenti attendevano da parecchi anni».
Arrivare alla firma del contratto, peraltro, non è stata una passeggiata. «Un traguardo fondamentale – specifica la Fp Cgil – scaturita da una trattativa intensa, spesso in contrasto con l’Amministrazione, che aveva dato delle direttive fortemente penalizzati per i lavoratori alla delegazione di parte pubblica». Il merito di aver «saputo gestire e mediare in modo democratico la trattativa» viene dato, da Fucile e gli altri esponenti della Fp Cgil, al direttore generale, Salvo Puccio. Il cui peso, dentro Palazzo Zanca, è sempre maggiore, sia dal punto di vista politico che da quello gestionale. E quel merito riconosciuto a Puccio sembra anche una frecciata indiretta tanto al sindaco quanto alla segretaria generale. «Forse si poteva fare di più – si legge ancora nel documento –, ma le scarse risorse del Fondo non permettevano operazioni differenti».