Operazione antidroga a Bari: tra gli arrestati il messinese Massimo Duca
C'è anche un messinese fra gli indagati dell'inchiesta della Guardia di Finanza di Bari che ha portato a quindici arresti per traffico di droga. Secondo quanto scritto da BrindisiReport, tutto ha inizio esattamente quattro anni fa: il 26 ottobre 2019. Un uomo, a bordo di un autoarticolato che trasporta frutta, dopo esser stato a Barcellona, partito da Andria, ritorna verso la città pugliese. Un viaggi che attraversa tre stati ma che viene fermato per controlli al casello autostradale di Saunt Martin de Crau, in Francia.
Le autorità trovano così 75 chili di cocaina divisi in 69 panetti e 865 mila euro in contanti. L'autista dell'autoarticolato viene arrestato, è un siciliano ma risiede in Puglia. Le autorità pugliesi si mettono in moto e i finanzieri del comando provinciale di Bari, col supporto di personale del servizio centrale investigazione criminalità organizzata della guardia di finanza e del locale reparto operativo aeronavale, sotto la regia della Direzione distrettuale antimafia (Dda) del capoluogo di regione dopo quattro anni chiudono il cerchio e arrestano 15 persone.
Gli indagati sono 16: viene contestato loro, a vario titolo, l'associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, determinati episodi relativi alla droga, un caso di riciclaggio e due episodi relativi alla detenzione di armi. I capi di imputazione sono 15.
L'unico siciliano, di Messina, è Massimo Duca, 48 anni residente ma residente a Torre Canne, frazione del comune di Fasano, a circa 8 km dal capoluogo comunale e a circa 50 km da Brindisi.
Gli altri, per i quali è stata disposta dal gip di Bari la custodia in carcere sono Riccardo Campanale (62 anni, di Andria); Klisman Curraj (31 anni, nato in Albania e residente a Molfetta); Corrado D'Agostino (47 anni, di Molfetta); Maurizio D'Azzeo (50 anni, di Bisceglie); Dorian Dushkaj (33 anni, nato in Albania e residente a Cesano Maderno); Riccardo Falcetta (38 anni, di Andria); Massimiliano Galasso (48 anni, nato a Martina Franca e residente a Fasano); Francesco Lopetuso (27 anni, nato a Foggia e residente ad Andria); Josè Ramon Marrecuos Fernandez (30 anni, spagnolo); Vito Patruno (64 anni, nato ad Andria e residente a Trani); Leonardo Salerno (38 anni, di Fasano); Vito Onofrio Salerno (60 anni, nato a Monopoli e residente a Fasano); Michele Sgaramella (43 anni, di Andria); Savino Sgaramella (73 anni, di Andria). Risulta indagato anche V.S. (42 anni, nato a Bari e residente a Putignano).
Stando alle indagini, la droga - non solo cocaina, ma anche hashish e marijuana - perlopiù dalla Spagna, ma anche dalla Calabria, veniva trasportata alla volta di Andria, ma anche in alcuni casi verso Fasano. I mezzi di trasporto preferiti sono i camion, dotati di doppio fondo, come nel caso del maxi-sequestro in territorio francese. Gli investigatori ritengono che al vertice del sodalizio ci sia Campanale. Anche i quattro fasanesi coinvolti farebbero parte della presunta associazione.
Duca sarebbe l'autista dei "mezzi di approvvigionamento", cioè gli autoarticolati; Galasso, oltre a occuparsi dello smercio nel Brindisino, sarebbe il "tecnico" che si occupa di bonifiche e di reperire criptofonini; Salerno padre e figlio si sarebbero occupati di canali di approvvigionamento e smercio della droga. Come detto, tutto parte dal maxi-sequestro in terra francese: Duca in quell'occasione viene arrestato, in quanto alla guida dell'autoarticolato, ma in questa indagine non gli viene contestato quell'episodio, perché ne deve rispondere in un procedimento separato. Il valore della cocaina trasportata si aggira intorno ai tre milioni di euro. Le intercettazioni relative all'episodio portano gli investigatori a contestare questo capo di imputazione anche a Vito Onofrio Salerno.