Ponte sullo Stretto: «I soldi del ministro? Un bluff»
«Finalmente il ministro Salvini fa chiarezza: i soldi per il Ponte li prenderà dal Fondo sviluppo e coesione (Fsc) che l’Europa destina ad opere che possano migliorare i territori in ritardo rispetto alle aree più economicamente avanzate. Dove sta la furbata? A pagare il Ponte non sarebbero finanziatori privati (se ne guardano bene): sarebbero i cittadini del Mezzogiorno. Verrebbero, infatti, distolte somme già destinate a reali necessità, in particolare di Sicilia e Calabria, per consentire a Salvini di aggiungere fieno ad una propaganda che suona ormai come un disco rotto. E tutto questo viene strombazzato mentre le Amministrazioni locali ricevono porte in faccia alle richieste di avere le risorse per completare opere invece essenziali dal punto di vista trasportistico e di vero e sostenibile sviluppo del territorio: per limitarci alla città di Messina, i fondi per completare il porto di Tremestieri e quelli che servono per fare della Falce l’attrattore turistico più importante del Mediterraneo. Diciamolo a voce alta: un altro bluff si sta organizzando sulla nostra pelle». Questa è la posizione espressa nel comunicato firmato dal Comitato “Invece del Ponte”, tra i cui fondatori vi sono l’ex vicesindaco della Giunta Accorinti, Guido Signorino, l’ex assessore Sergio De Cola e l’esperto di economia e finanza Elio Conti Nibali. Il Comitato chiede che le risorse vengano destinate ad altri progetti, a partire dalla riqualificazione della Zona falcata e dalla messa in sicurezza del territorio.