Messina, truffe all’Inps per oltre 60mila euro: la Procura emette 13 avvisi di garanzia
Tredici indagati per presunti raggiri, tra consumati e tentati. Una “vittima”, l’Inps. Percezioni di denaro non dovute, per oltre sessantamila euro. Sono questi i tratti salienti di un fascicolo aperto dall’Ufficio inquirente di Palazzo Piacentini e sulla quale il sostituto procuratore Giuseppe Adornato ha chiuso il cerchio nelle scorse settimane, con la firma dell’avviso sull’informazione di garanzia e sul diritto di difesa.
Sotto la lente, nello specifico, l’operato di una società, la Generalfin srl, e di persone in essa gravitanti. Indagati Giovanni Denaro, 48 anni, di Messina; Giovanni Otera, 62 anni, di Milazzo; Antonio De Pasquale, 54 anni, di Spadafora; Antonino Marino, 64 anni, reggino di Calanna; Salvatore La Macchia, 25 anni, di Milazzo; Salvatore Coppolino, 50 anni, originario di Santa Lucia del Mela; Fabio Greco, 48 anni, di Messina; Gaetano Rinaldi, 59 anni, nato a Messina; Santi Lembo, 64 anni, di San Piero Patti, Salvatore Genovese, 52 anni, di Spadafora; Francesco Marco Catarozzo, milanese di 31 anni; Antonino Giovanni Sciotto, 42 anni, nato a Rometta; Mirko Giunta, 30 anni, di Messina. Due i capi d’imputazione, quello di truffa, continuata e in concorso, contestata a Denaro, con Otera, De Pasquale, Marino, La Macchia, Coppolino, Greco e Rinaldi, in quanto «con l’artificio di assumerli fittiziamente alle dipendenze della società Generalfin srl», di cui Denaro «era amministratore unico, inducendo in errore l’Inps» in relazione «all’avvenuto avviamento al lavoro», avrebbe procurato loro un «ingiusto profitto del conseguimento indebito di erogazioni pubbliche ovvero somme a titolo di prestazioni previdenziali con danno all’Inps». Quanto?: «3.852,44 euro percepiti a titolo di Naspi (Nuova assicurazione sociale per l’impiego) da Giovanni Otera», «3.372,24 euro» da De Pasquale, «8.337,70» da Marino, «9.130,61» da La Macchia, «7.372,75» da Coppolino, «23.257,98 euro» da Greco, «6.581,40» da Rinaldi. Fatti che risalgono al 2017 e 2018.
Il tentativo di truffa è invece a addebitato a Denaro, Lembo, Genovese, Catarozzo, Sciotto e Giunta, secondo lo stesso cliché descritto nella precedente imputazione, «a titolo di prestazioni previdenziali per disoccupazione a danno dell’Inps», con le domande presentate da Lembo il 28 maggio 2021, Genovese il 2 marzo e il 4 maggio 2021, Catarozzo il 6 agosto 2021, Sciotto il 25 agosto 2021, Giunta il 20 ottobre 2014.
La genesi dell’inchiesta è datata luglio 2022, quando alcuni funzionari di vigilanza dell’Inps di Messina informano la Procura sugli esiti di un accertamento previdenziale compiuto nei confronti di Giovanni Denaro e dell’azienda edile Generalfin, in seguito a una segnalazione di «anomalie». Si riscontrano, quindi, «rapporti di lavoro non genuini e del tutto fittizi» e ciò «al solo fine di consentire il godimento di vantaggi illeciti collegati alla costituzione di una falsa anagrafica previdenziale». Si pone così l’accento su un «contesto di anomalia operativa della società», sulla «irreperibilità del titolare e della sede legale aziendale», tant’è che i servizi ispettivi dell’Inail riescono «a contattare solo Salvatore Genovese, consulente della società» e poi «impiegato amministrativo». E ancora: «Anomalie nelle trasmissioni» delle informazioni sui lavoratori dipendenti, accompagnate da «grande ritardo», «sproporzione tra retribuzioni comunicate e denunce fiscali», «discrepanze tra le dichiarazioni dei lavoratori». Fonte: Gazzetta del sud