Barcellona PG: Detenuto scavalca muro di recinzione ed evade dal carcere
Rocambolesca evasione dalla casa circondariale di Barcellona. Nel primo pomeriggio di ieri, un detenuto, Davide Miloni, 44 anni, che si trovava internato nel carcere di Barcellona dal primo luglio scorso, è riuscito a fuggire dall’istituto penitenziario grazie a un’azione audace e ben orchestrata, scavalcando il muro della recinzione esterna situato nei pressi del campo sportivo della struttura. Si tratta della stessa area dove negli anni scorsi si sono già verificate altri analoghi episodi.
L’evasione, nonostante i telecontrolli, è avvenuta poco prima delle 15, quando le calde temperature hanno fatto quasi svuotare le strade circostanti, agevolando il piano di fuga del detenuto quarantaquattrenne. Non si sa ancora come abbia fatto quest’ultimo a raggiungere la zona che rappresenterebbe un punto critico a causa della ridotta altezza del muraglione.
La casa circondariale di Barcellona, un edificio di inizio Novecento, originariamente destinato ad ospedale psichiatrico giudiziario, ha da tempo dimostrato di essere vulnerabile alle fughe, nonostante i presunti miglioramenti attuati negli anni. Il detenuto, è riuscito a far perdere le sue tracce, mettendo in crisi le ricerche avviate immediatamente dal nucleo della polizia penitenziaria di stanza nello stesso istituto penitenziario.
L’evasione ha destato preoccupazione tra i cittadini, specialmente considerando che non è stato il primo caso di fuga nella struttura. Ciò solleva interrogativi sulla sicurezza all’interno della Casa Circondariale e sull’efficacia delle misure di controllo implementate per prevenire tali eventi.
Le indagini condotte dalle forze dell’ordine, con perlustrazioni in lungo e in largo del territorio comunale barcellonese e del comprensorio, hanno finora avuto scarso esito, nonostante le ricerche. Attivati anche numerosi posti di blocco. È preoccupante anche il fatto che all’interno della casa circondariale, nonostante le restrizioni, si siano potuti introdurre telefoni cellulari e schede telefoniche di ogni genere. Questo elemento getta ulteriori ombre sulla sicurezza e sull’efficacia delle procedure di controllo in vigore nella struttura. Anche perché vi è una consistente carenza, più volte lamentata dai sindacati di categoria, di agenti della polizia penitenziaria. Intensificate le ricerche con il supporto di carabinieri e polizia che fino a sera non hanno dato esito.