SI E’ SUICIDATO IN CARCERE IL TUNISINO ARRESTATO PER LA RAPINA DI TORRE FARO DELLO SCORSO FEBBRAIO
Sarà un'inchiesta aperta in Procura a fare luce sul suicidio in carcere, qualche ora dopo l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Simona Finocchiaro, del 24enne Aymen Dahech, coinvolto nella rapina e nel sequestro di una donna avvenuto a febbraio a Torre Faro, che aveva portato a tre arresti da parte degli agenti delle Volanti di altrettanti cittadini tunisini.
Con lui, dopo il 20 febbraio scorso, il giorno in cui accaddero i fatti, ma l’ordinanza di custodia cautelare venne emessa dal gip 20 giorni dopo, vennero arrestati altri due connazionali, la 30enne Awatef Ben Amara, amica della vittima della rapina e del sequestro, una connazionale, e il 18enne Zoubaier Jlidi, che sono assistiti rispettivamente dagli avvocati Alfonso Polto e Carmelo Picciotto.
LA VICENDA.
L'11 marzo scorso venne eseguita dai Poliziotti delle Volanti la misura della custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Messina a carico di tre cittadini di nazionalità tunisina indagati per i reati di rapina, sequestro di persona, lesioni personali aggravate e violenza privata in danno di una giovane donna straniera.
I fatti risalgono alla notte dello scorso 20 febbraio quando il conducente di un autobus del servizio pubblico richiedeva l’intervento della Polizia di Stato per aggressione ai danni di una donna in via Circuito, zona Torre Faro.
L’immediato intervento dei Poliziotti delle Volanti ed i successivi accertamenti consentivano una pronta ricostruzione dei fatti e l’individuazione degli odierni destinatari della misura cautelare, due uomini rispettivamente di 18 e 24 anni e una donna di 30.
Sulla base del quadro indiziario emerso, sarebbe stata proprio la donna, conoscente della vittima, a chiedere a quest’ultima di uscire insieme; gli altri due uomini, secondo il racconto della malcapitata, le avrebbero raggiunte a Torre Faro e, lì, avrebbero minacciato la vittima con una bottiglia di vetro rotta, impedendole di chiedere aiuto e costringendola a raggiungere la vicina spiaggia.
In quella località più appartata, successivamente, l’avrebbero trattenuta a lungo, colpita ripetutamente con schiaffi, pugni e calci, ed infine rapinata di smartphone, portafoglio, documenti e carta di credito. Fortunatamente, la vittima sarebbe riuscita con un espediente ad allontanarsi e a raggiungere il bus in transito lungo la via Circuito nel disperato tentativo di trovare aiuto.
Da quanto emerso, sembrerebbe che, all’origine del grave episodio criminale, vi fossero futili motivazioni, legate alla gelosia della trentenne nei confronti della vittima.
Nel corso della stessa notte, a seguito di concitate ricerche, i tre sospettati venivano quindi individuati e bloccati dai Poliziotti delle Volanti al fine di essere compiutamente identificati.