“LA “CASA DI VINCENZO” SI TRASFERISCE E CAMBIA NOME: L’amarezza di Cambiamo Messina dal basso
Era il 17 febbraio del 2014. Nasceva in città un piccolo fiore: un centro di accoglienza notturno a bassa soglia, per dare un tetto e un letto ai senza fissa dimora, per proteggere dal freddo chi dormiva per strada. Lo spazio scelto non era casuale: un ambiente degli ex Magazzini Generali veniva adibito a rifugio in un luogo centrale, proprio vicino alla stazione dove spesso si raccolgono clochard e persone bisognose. E neanche il nome era casuale: “La casa di Vincenzo” era un omaggio a Vincenzo, un senzatetto che era entrato nel cuore di Renato e di molti. La Casa di Vincenzo non esisterà più, sarà trasferita in via Sardegna, vicino al Collereale.
Cambiamo Messina dal basso
“La chiusura di quello spazio – dicono i rappresentanti di Cambiamo Messina dal basso – ci riempie di amarezza. Sia chiaro: sarebbe un segno di grande civiltà e umanità se la nostra città fosse ricca di luoghi di accoglienza per persone in difficoltà, e siamo consapevoli che sotto certi punti di vista i locali di Collereale possono fornire alcune comodità in più. Ciò non ci impedisce di chiederci perché il nuovo luogo di accoglienza non sia stato creato in aggiunta e non in sostituzione di quello precedente. Ci chiediamo perché l’esigenza di una sede per I-hub dello Stretto schiacci ed oscuri la necessità di un rifugio a bassa soglia proprio lì, nella zona della stazione, in un posto raggiungibile facilmente a piedi nelle notti di freddo, e non in un luogo decentrato come gli ex locali della scuola Dina e Clarenza.
Il cambio del nome
Ci rattrista, infine, il cambio di denominazione della struttura. Oltre a sembrarci un segnale di rottura esplicita con un’azione importante compiuta dall’amministrazione Accorinti (ricordiamo che un rifugio notturno comunale non esisteva, prima), ci fa riflettere il fatto che di un senzatetto è facile cancellare nome e memoria. Intitoliamo strade e palazzi a personaggi importanti, e ogni modifica di intitolazione richiede anni e complessi passaggi burocratici: per Vincenzo no, non è così; basta il gusto per un nome diverso a spazzare via quel tentativo semplice e bello di dare ad un povero la dignità che per le vie delle nostre città è riservata solo ai potenti”.