L’INCHIESTA – Messina: ecco a chi sono andati gli 800mila euro spesi dal Comune in questo Natale
Di Sebastiano Caspanello - In principio erano contributi a fondo perduto. Aiuti a quelle realtà commerciali e imprenditoriali che più di altre avevano pagato lo scotto del lockdown, delle zone rosse e della crisi figlia della pandemia. Poi hanno cambiato “forma” e soprattutto destinazione, finanziando sfilate di Babbi Natale e personaggi Disney e i concerti, tra gli altri, dei vari Achille Lauro, Clementino e Negramaro. Eppure l’origine di questi soldi – tanti soldi – è la stessa. E parte tutto da quando il Covid non esisteva neppure.
Il Poc Metro.
È la fine del settembre 2018 quando la Giunta dell’allora sindaco (appena eletto) Cateno De Luca approva il nuovo piano operativo del cosiddetto Poc Metro, la “cassaforte” che lo stato ha destinato a tutte le Città metropolitane d’Italia. Cambia tutto, però, nel 2020, quando il Covid investe tutto il mondo, col suo carico di lockdown e crisi economiche. A dicembre di quell’anno, quindi, viene approvato un nuovo progetto, “Sostegno Pmi Card”, per un importo complessivo di 15 milioni di euro. Un progetto «volto al sostegno del tessuto economico della città di Messina», che ha come destinatari «gli operatori economici» le cui attività economiche erano state inserite nelle varie ordinanze legate all’emergenza Covid, con chiusure o limitazioni. Viene predisposto un bando, dunque, e nel provvedimento di dicembre 2020 la Giunta prevede anche che «le eventuali economie che si rendessero disponibili in seguito alla chiusura del bando saranno ridistribuite tra le sub-azioni della misura fino all’esaurimento dell’intera dotazione finanziaria prevista pari a 15 milioni di euro».
La prima fase.
È a cavallo di Natale 2020 – un Natale che Messina vive in zona rossa – che si aprono i termini per l’avviso pubblico. La dicitura è “Concessione contributo una tantum a sostegno degli operatori economici colpiti dalla crisi economica derivante dall’emergenza sanitaria Covid-19”. Responsabile del procedimento è Eugenio Bruno, direttore di sezione amministrativa del Comune, estensore del progetto “Sostegno Pmi Card”. Agli uffici di Palazzo Zanca arriva una valanga di domande e ne vengono ammesse circa 1.400, da 3 mila euro ciascuna. I fondi vengono erogati in tre step, il totale supera i 4 milioni di euro. È questa la prima fase del progetto, definita di “sostegno passivo” alle imprese. Ma il vero cuore del progetto, che si lega, per certi versi, al programma elettorale dell’ex sindaco De Luca, è un altro e si sviluppa nelle seconda e terza fase.
La rinascita... a metà.
«Il patrimonio culturale di Messina deve essere il fulcro di una apposita strategia di valorizzazione e rilancio dell’intera comunità anche in chiave turistico-imprenditoriale, per restituire alla città la sua vera identità, deturpata da anni di malgoverno della classe politica. Fondamentale, in questo senso, sarà la creazione del Brand Messina». Queste parole vengono pronunciate da Cateno De Luca nell’ottobre 2017, nel pieno della campagna elettorale per le regionali, in vista di un’altra campagna, quella per le Amministrative 2018, che lo eleggeranno sindaco. Tre anni dopo, con una pandemia nel mezzo, quell’idea del “Brand Messina” trova una via per concretizzarsi. La seconda e terza fase del progetto “Sostegno Pmi Card”, infatti, dopo il «sostegno passivo a favore delle imprese colpite dalla crisi derivante dall’emergenza sanitaria Covid», prevedono «un piano promozionale multilivello e di lungo periodo ai fini del rilancio del territorio (cosiddetto “Brand Messina”)». È in questo ambito che la strategia cambia: dai contributi a fondo perduto al piano “Messina Città della musica e degli eventi”. Cambia anche il responsabile del procedimento a cui vengono affidate le chiavi “burocratiche” di questa macchina milionaria: Pierfrancesco Saccà, istruttore tecnico, diventato in pochi mesi uno dei fedelissimi di De Luca tra i dipendenti comunali (con tanto di encomio pubblico sui social). Il momento ideale per avviare la nuova fase è il primo Natale senza lockdown, quello del 2021, a cui l’amministrazione De Luca assegna uno slogan evocativo: “Il Natale della rinascita”. Il programma di eventi viene approvato il 7 dicembre e prevede un cartellone fitto fino all’Epifania. Lo stanziamento è di 1,2 milioni, incrementati a 1,9 milioni. E dentro c’è tutto, dai presepi viventi alla ruota panoramica, dai villaggi per bambini ai mercatini, ma anche investimenti importanti in tutti i quartieri (spiccano, ad esempio, i 97.600 euro per la società cooperativa Lag, di Ganzirri). Il clou, però, è piazza Duomo, dove si esibiscono prima Edoardo Bennato, poi Michele Zarrillo, quindi Riccardo Fogli. Tutto, però, viene fermato sul più bello, quando in piazza sono attesi i big (il budget totale dei concerti sfiora i 300 mila euro). L’aumento dei contagi spinge il Governo a prorogare lo stato d’emergenza, vietando, di fatto, i grandi eventi pubblici. E il Comune non può che adeguarsi, rinviando il rinviabile all’estate e annullando tutto il resto.
L’estate della rivincita.
Chiuso tristemente il Natale, non si ferma la macchina di “Messina Città della musica e degli eventi”. La quale, infatti, si riaccende in estate, con epicentro il palco di piazza Duomo. Qui si esibiscono gli artisti “saltati” a Natale: Carmen Consoli (per 40 mila euro), Nino Frassica (35 mila), Achille Lauro (circa 100 mila euro), Clementino (44 mila euro). Stavolta non ci sono ostacoli, ma sono, di fatto, le prove generali per il “vero” Natale della Rinascita, quello che programma l’amministrazione erede di quella capitanata da Cateno De Luca, la Giunta “gemella” guidata da Federico Basile.
Il Natale degli eventi
Il piano promozionale del “Natale della Rinascita” (viene chiamato di nuovo così, a dispetto di qualsiasi scaramanzia) viene varato a dicembre, ma l’organizzazione parte già in autunno, con un primo stanziamento da 500 mila euro, poi incrementato fino a 800 mila. E dentro c’è davvero di tutto, con un programma che copre tutta la città e la cui campagna di comunicazione viene affidata all’associazione Bios per 48.556 euro, la stessa a cui era stata affidata l’anno prima (ma per 91.500 euro). L’elenco è lungo: 238.972 euro alla Musica da Bere srl per i Negramaro; 76.010 euro all’associazione culturale Development per il concerto di Capodanno e altri 27.500 alla stessa associazione epr il concerto Gospel; 50.600 euro alla Puntoeacapo srl per i due eventi “siciliani” Viene Natale (con i vari Mario Venuti, Tony Canto, Lello Analfino, Mario Incudine, etc.); 40.700 euro per Alberto Urso; 23.100 euro all’associazione Darlin per Mattew Lee; 29.700 euro per il concerto del maestro Michele Amoroso; 23.000 euro per il concerto di Tosca al Teatro Vittorio Emanuele; 70.760 euro alla società cooperativa Ecopromotion per il villaggio di Babbo Natale; 14.500 all’associazione culturale Andromeda 2001 per Gen-Z Generazione Z; 4.982 euro all’associazione culturale L’Otre dei Venti Aps per Natale in Musica Castanea; 3.500 euro a “I Cantustrittu”; 2.200 all’associazione Corpo Musicale Madonna di Dinnammare per la sfilata con abiti di Babbo Natale; 15.000 euro all’associazione BlueSeaInSicily (curiosità, la direttrice artistica di questa associazione, Teresa Impollonia, era stata protagonista di uno scontro con l’ex assessore agli spettacoli, Pippo Scattareggia, nel precedente mandato, salvo poi candidarsi prima al consiglio comunale a sostegno di Basile, poi alle Regionali a sostegno di De Luca).
E ancora: 5.000 euro all’associazione Zenith 2000; 4.909 euro alla parrocchia di San Domenico; 5.280 euro all’associazione Mp Eventi, alla quale sono andati anche 12.300 euro per la parata sull’isola pedonale; 2.272 euro a Il Risveglio per l’evento Natale Mediterraneo; 1.954 euro all’associazione I Cariddi; 1.409,09 euro alla parrocchia Santa Maria delle Grazie di Bordonaro (destinataria anche di 13 mila euro per “U Pagghiaru” del 6 gennaio, ma con un’altra voce di finanziamento); 2.090 euro all’associazione “Insieme Siciliano di Arte, Musica e Canto popolare”; 3.636 euro all’associazione Amici del Presepio; 3.636 all’associazione culturale Kiklos; 5.909 euro alla Gaeventi Spettacoli per Natale in... Fiesta e Bimbo Show; 10.909 euro alla Musica per Bene Event Planner, per l’evento Il Bianco Natale; 4.303 euro agli Unavantaluna; 4.045 euro all’associazione culturale Querelle; 8.196 euro alla ditta Blue Chords di Ramires Antonio per “Le Armonie del Natale”; 16.393 euro alla ditta TodoModoTv per l’evento Tutte le strade portano al Natale; 4.545 euro per la filodiffusione a tema natalizio, alla ditta Audio Service srls; più altri piccoli contributi sotto i mille euro. La vera “rinascita”, insomma. Che nei piani di Palazzo Zanca non si ferma qui. FONTE: Gazzetta del Sud