I NOMI – Barcellona: Usura ed estorsioni, arrestate 4 persone. Sequestrati beni per 500mila euro
Nella mattinata odierna, personale del Commissariato di P.S. di Barcellona P.G., a conclusione di laboriose ed articolate indagini, ha dato esecuzione all’ordinanza emessa dal Tribunale – Sezione GIP - di Messina che ha disposto l’applicazione di misure cautelari personali nei confronti di quattro persone ritenute responsabili dei reati di estorsione e usura, aggravati dall’appartenenza degli indagati all’associazione mafiosa denominata “dei barcellonesi”.
Si tratta di Salvatore Imbesi, 49 anni, fratello minore di Ottavio Imbesi, arrestato ieri in Lombardia dove si trovava a seguito di incarico amministrativo in una scuola di Crema, il quale avrebbe avuto un ruolo importante nell'attività estorsiva; Salvatore Lunetta, 47 anni, noto per pregiudizi giudiziari; Mariano Perdichizzi, 66 anni, già titolare un un opificio di via Medici per l'estrazione di essenze agrumarie; Giuseppe Accetta, 44 anni, inteso “Nunnareddu”, conosciuto in città per la sua passione per il calcio tanto da essere stato persino direttore sportivo dell’Igea, tutti di Barcellona, che avevano come compito quello di svolgere il ruolo di “raider”, predatori incaricati di effettuare la riscossione delle somme.
L’odierna operazione scaturisce dalle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina – Direzione Distrettuale Antimafia – e coinvolge 10 persone, alle quali sono contestati reati per fatti posti in essere nell’hinterland barcellonese tra il 2018 ed il 2021.
Le indagini hanno permesso di verificare che gli indagati, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dall’appartenenza alla locale famiglia mafiosa, costringevano professionisti ed imprenditori locali alla corresponsione di ingenti somme di denaro e di beni di vario genere, utilizzando il consueto pretesto di dover sostenere le spese dei mafiosi detenuti.
È stato appurato, in altri casi, che le pretese di denaro si riferivano a debiti contratti con gli esponenti del clan nell’ambito di scommesse on line, effettuate attraversopiattaforme illegali. Le vittime si trovavano ben presto notevolmente esposte e a seguito di pesanti minacce, costrette ad onorare i debiti o cercare di dilazionare il pagamento corrispondendo ulteriori somme per gli interessi usurai applicati.
Particolarmente rilevanti, infine, sono risultate le investigazioni riguardanti le strategie che hanno permesso di assumere il totale controllo del mercato ortofrutticolo barcellonese, sul quale la locale famiglia mafiosa agiva imponendo sia le quantità e la qualità della merce da mettere in commercio sia il prezzo; in determinati casi alcuni rivenditori si trovavano costretti ad acquisire merce in quantità superiore a quella richiesta.
Le ingenti risorse, provento di attività illecite, venivano infine reimpiegate per la concessione di prestiti a tasso usuraio o per investimenti immobiliari, come emerso dalle indagini, nel corso delle quali la Polizia di Stato ha individuato e sottoposto a sequestro beni immobili, prodotti finanziari e denaro contante per un valore di oltre 500.000 euro riconducibili al clan mafioso dei barcellonesi.
Alla fase esecutiva ha collaborato personale della Squadra Mobile di Messina