Appalti e commesse sotto controllate dalla 'ndrangheta. Tre imprenditori e un pubblico ufficiale sono finiti ai domiciliari nell’ambito dell’operazione "Revolvo" condotta dalla Guardia di Finanza in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta del procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri. Nell’inchiesta sono indagate altre 10 persone tra cui sei funzionari del Comune di Reggio Calabria. Contestualmente, eseguito sequestro preventivo di 11 imprese attive nel settore edile, per un valore stimato in oltre 10 milioni di euro. Assieme ai tre imprenditori, i fratelli Francesco, Giovanni e Filippo Gironda, è finito ai domiciliari il carabiniere Antonio Mazzone, 43 anni, oggi in servizio a Vibo Valentia e all’epoca dei fatti contestati in forza alla caserma dell’Arma «Modena» di Reggio Calabria. I tre fratelli imprenditori, più volte citati dal collaboratore di Giustizia Tito Stefano Liuzzo, secondo l’indagine, graviterebbero nell’orbita della cosca di 'ndrangheta Serraino-Rosmini.
L’inchiesta è il seguito dell’operazione «Araba Fenice» e fonda le sue basi sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia. Secondo gli inquirenti, i Gironda avevano il monopolio degli appalti pubblici indetti dal comune di Reggio Calabria.
Il ruolo del carabiniere
In particolare, sarebbe stata accertata l’esistenza di un consolidato sistema illegale fondato su ripetuti favoritismi protratti nel tempo, a fronte di utilità corrisposte ai funzionari pubblici, in un consolidato rapporto di “do ut des”. Il carabiniere avrebbe consentito a uno degli indagati, sottoposto agli arresti domiciliari, di disattendere sistematicamente le prescrizioni derivanti dalla misura cautelare. Oltre a ciò, il graduato avrebbe fornito mezzi e apparecchiature tecniche al fine di consentire a soggetti investigati di eludere, tramite vere e proprie “bonifiche” ambientali, eventuali attività di intercettazione condotte a loro carico. L’esecuzione della misura degli arresti domiciliari nei confronti del militare è stata eseguita con il supporto del Comando Provinciale dei Carabinieri di Vibo Valentia. L'appuntato scelto dei carabinieri Antonio Mazzone, di 43 anni originario di Napoli, è accusato di concorso esterno con la 'ndrangheta. Secondo la Dda, Mazzone era al servizio della cosca. In particolare, si sarebbe messo a disposizione di Serena Assumma, l’ex moglie del pentito Liuzzo (anche lei indagata), fornendole veicoli e apparecchiature tecniche nella sua disponibilità al fine di garantirle «libertà di movimento e la bonifica del territorio da possibili microspie». Il militare, inoltre, avrebbe informato la donna, ritenuta esponente di spicco della 'ndrangheta, su attività di indagine nei suoi confronti. Infine, l’appuntato Mazzone avrebbe consentito a Serena Assumma, di disattendere i domiciliari a cui era sottoposta, omettendo di denunciare la sistematica violazione delle prescrizioni.
Ecco chi sono i funzionari
Sono cinque i funzionari comunali indagati per concorso esterno in associazione mafiosa coinvolti nell’operazione «revolvo» della Procura distrettuale di Reggio Calabria, eseguita stamani dalla Guardia di Finanza, per avere favorito alcuni appalti del Comune in favore dei fratelli Gironda, titolari dell’omonima impresa edile: Arturo Arcano, 59 anni, funzionario dell’ufficio Programmazione; Vincenzo Cuzzola, 69 anni, responsabile dell’Ufficio Reti e Sottoservizi; Giuseppe Mafrici, 68 anni, addetto all’ufficio Arredo urbano e Verde pubblico; Giuseppe Marino, 68 anni, responsabile unico del procedimento di appalto relativo alla realizzazione di una struttura sportiva del quartiere San Giovannello, e Domenico Alessandro Macrì, responsabile unico del progetto integrato del centro agroalimentare di Reggio Calabria. Un sesto dipendente comunale, Giancarlo Cutrupi, 57 anni, responsabile del settore progettazione Lavori Pubblici dell’amministrazione di Palazzo San Giorgio risulta indagato solo per il reato di corruzione e per atti contrari ai doveri di ufficio.
Tra gli indagati per l’ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa c'èil direttore dei lavori per la realizzazione dell’impianto sportivo di San Giovannello, Alfredo Maria Mesiano, 49 anni, di Reggio Calabria. Gli altri tre indagati sonoSerena Assumma, di 38 anni ritenuta esponente di spicco della cosca Serraino-Rosmini, ex moglie del pentito Giuseppe Liuzzo; Surinder Sing, detto «Giovanni» di 42 anni, indiano, e Francesco Viglianisi di 55 anni, uomo di fiducia dei fratelli Gironda. Tutti devono rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa.