L’indagine sulla gestione del Palazzo Palano: gli atti passano alla procura di Reggio, ecco perchè
Sarà il Tribunale di Reggio Calabria ad occuparsi del procedimento penale a carico di Alessandro Romeo e Giovanni Di Bartolo sulla discussa gestione del prestigioso complesso Palano 481 e del Supercondominio complesso Peloritano.
Il giudice per le indagini preliminari Monica Marino ha infatti dichiarato la propria “incompetenza” in relazione alle imputazioni dal momento che una delle parti offese è un magistrato in servizio presso il distretto di Corte di Appello di Messina.
Marino ha dunque disposto che vengano trasmessi gli atti alla Procura del tribunale reggino.
A sollevare eccezione di incompetenza la difesa degli imputati che in fase di udienza preliminare hanno integrato la documentazione producendo anche il certificato dello stato di famiglia del magistrato da cui si evince che la madre risiede in un immobile del condominio ed altre deleghe rilasciate dallo stesso alla madre per rappresentarlo nelle assemblee condominiali relative al condominio 481.
“Se dunque il singolo condomino, nel caso in specie il magistrato – scrive il giudice Marino – può ritenersi persona offesa dei reati in contestazione, ne discende l’incompetenza di questo giudice”.
Una decisione commentata dai difensori Nino Cacia ed Giuseppe Irrera: “La decisione del Gup di dichiararsi incompetente ai sensi dell’art. 11 cpp su invito delle difese degli imputati – scrivono - in realtà, avrebbe dovuto essere già assunta dall’Ufficio di Procura nella fase dell’espletamento delle indagini. E ciò allorquando la polizia giudiziaria aveva rilevato come tra le persone offese e danneggiate dal reato vi fosse un Magistrato svolgente funzioni nel Distretto di Corte di Appello di Messina. Rimane il profondo rammarico che mentre per i fatti odierni è stata esercitata azione penale, per identica speculare denuncia sporta dal dottore Romeo in altro procedimento sia stata ritenuta dalla Procura di Messina la valenza di sola natura civilistica delle questioni”.
La vicenda sulla gestione del condominio 481 di viale della Libertà (Palazzo Palano) era esplosa nel 2020 coinvolgendo poi anche il Supercondominio Peloritano.
L’indagine, affidata alla Guardia di Finanza, ipotizza reati che vanno dall'accusa di appropriazione indebita alla truffa, dalla mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice alla sostituzione di persona e minaccia.