Sistema Siracusa. Calafiore patteggia ancora: a Messina 10 mesi e interdizione dai pubblici uffici per 5 anni
L’avvocato Giuseppe Calafiore torna in aula a Messina dopo l’annullamento del patteggiamento di 11 mesi e… patteggia 10 mesi e 4 giorni. Il “Sistema Siracusa” per l’avvocato che si faceva chiamare “Escobar” si chiude con una pena complessiva (includendo il patteggiamento di Roma) pari a 3 anni, 7 mesi e 4 giorni.
Calafiore deve rispondere con altri (ma sono tanti i filoni in cui si sono divisi i processi, alcuni in corso altri già conclusi) di corruzione in atti giudiziari, associazione a delinquere, formazione di elaborati ideologicamente falsi in concorso con periti e consulenti tecnici, simulazione di reato e dossieraggi ai danni di magistrati in servizio alla Procura di Siracusa ed è tornato davanti ai giudici di Messina dopo che la Corte di Cassazione aveva accolto il ricorso della Procura generale di Messina annullando il patteggiamento – dopo alcuni tentativi andati a vuoto – di 11 mesi di reclusione, in continuazione con la condanna a due anni e nove mesi inflitta a febbraio del 2019 dal Gup del Tribunale di Roma.
Con il parere favorevole (di nuovo) della Procura si è raggiunto l’accordo per il nuovo patteggiamento conteggiando il non luogo a procedere su un capo d’accusa (falsità ideologica in concorso) per avvenuta prescrizione, l’interdizione dai pubblici uffici e l’impossibilità di contrattare con la Pubblica amministrazione per 5 anni, la confisca di immobili e denaro fino a 63.900 euro la condanna alle spese in favore delle parti civili per poco più di 2.800 euro ciascuna.
Annunciando il ricorso in Cassazione contro la sentenza di patteggiamento (ritenuta illegittima per erronea qualificazione giuridica) a maggio del 2021, il procuratore generale Felice Lima e il procuratore Vincenzo Barbaro avevano definito “una delle più gravi, estese e spudorate corruzioni sistemiche mai realizzate” contestando pene “men che simboliche” parlando di “oltraggio alla giustizia”.