Covid Messina. Salgono a 16 i positivi in Polizia Municipale
Aumentano ancora i contagi all’interno del Corpo di Polizia Municipale di Messina. Il focolaio dei giorni scorso “sta per diventare incendio”, aveva avvisato Gaetano Giordano, responsabile per la sicurezza sui luoghi di lavoro dei vigili urbani, ed è lo stesso Giordano ad annunciare come il numero dei casi accertati sia salito a 16 positivi.
Le richieste sono le stesse di qualche settimana fa: la programmazione della terza dose di vaccino nelle ore di servizio; azzerare o ridurre i contatti arginando al massimo il pericolo di contagio; dotare i lavoratori dei dispositivi di protezione individuale Ffp2. A cui si aggiunge la richiesta di avviare il tracciamento dei contatti, ponendo poi questi in isolamento o quarantena.
“Prima che il Focolaio diventi un incendio indomabile, prima che succeda l’irreparabile, è bene evidenziare che nel nostro ordinamento – dice Giordano – il datore di lavoro viene individuato dalla legge come il garante della salute e della sicurezza dei lavoratori. Proprio per questo, in caso di violazione del dovere di sicurezza, si configura la responsabilità civile e penale del datore di lavoro.
Nonostante tutto ciò non si hanno ad oggi notizie in merito al tracciamento obbligatorio ed indispensabile per azzerare o quantomeno ridurre i contatti arginando al massimo il pericolo. Da informazioni da me assunte
in qualità di rappresentante lavoratori per la Sicurezza nei luoghi di lavoro, sembrerebbe che presso il Corpo di Polizia Municipale, nelle ultimissime ore, il numero dei casi Covid accertati attraverso tampone rapido sia salito ulteriormente vertiginosamente sommando in totale ben 16 unità da inizio quarta ondata ed una decina di unità nelle prossime ore si sottoporranno a tampone per contatti e casi sospetti”.
“Onde evitare ulteriori contatti, al fine di arginare il focolaio venutosi a creare – conclude Giordano – necessita avviare urgentemente la tracciabilita’ dei contatti ponendo gli stessi in quarantena, così come previsto in questi casi specifici dalla normativa vigente. La legge prevede un periodo di quarantena di 7/10 giorni dall’ultima esposizione al caso positivo, seguiti da un test antigenico o molecolare con esito negativo per il reintegro nell’ambito lavorativo”.
A ciò va aggiunta la sanificazione costante degli ambienti di lavoro, la fornitura di dispositivi di protezione individuale per tutto il personale (guanti, gel e mascherina Ffp2), la programmazione dei tamponi rapidi con cadenza settimanale e la somministrazione della terza dose di vaccino.