
Il Ponte sullo Stretto è d’oro: 9 mln di stipendi in un anno
Di Ilaria Proietti - Tutti a pigliarsela con il povero Pietro Ciucci che deve accontentarsi della pensione d’oro dell’Anas e appena 240 mila euro di stipendio come amministratore delegato di Stretto di Messina Spa. Ma a guardare le spese per gli altri fortunati che hanno preso servizio nella concessionaria di Stato sotto formalina per anni e poi, scampata alla liquidazione, rimessa in pista da Matteo Salvini, c’è da strabuzzare gli occhi: se nel 2023 gli stipendi per 60 unità di personale sono stati pari a 2,5 milioni di euro, nel 2024 il costo per 24 persone in più è schizzato a oltre 9 milioni. E non è finita qui perché non è ancora terminato il reclutamento speciale a suon di regole vantaggiosissime: sono quelle ritoccate dal governo nel 2023 che avevano fatto alzare le antenne alle opposizioni. Per via di un decreto agostano con cui era stato cancellato il tetto dei 240 mila euro, incubo di chi s’impiega nelle società pubbliche.
Insomma via la tagliola pur di reclutare personale all’altezza della sfida (il Ponte dei desideri), “risorse professionali di alto profilo in tempi brevissimi” e soprattutto con trattamenti retributivi in deroga ai limiti stabiliti dalla legge. E dunque fuoco alle polveri anche per la possibilità di attingere fino a 100 persone da Anas e Rfi. Detto fatto. In tempi strettissimi si era proceduto ai distacchi e a reclutare le professionalità esterne “in considerazione della complessità e del carattere eccezionale dell’opera nonché della stringente tempistica del programma di riavvio delle attività previsto dal decreto”.
E così dalle due risorse in forze alla Stretto di Messina spa a giugno 2023, si era passati in pochi mesi a 60: 8 impiegati, 35 quadri e 17 dirigenti, per un costo complessivo di poco più di 2,5 milioni di euro (per la precisione 2.557.333 e 52 centesimi). Così ripartiti: 164 mila euro circa (per gli impiegati), più di 1,1 milioni (per i quadri), 1,2 milioni (per i dirigenti). Questa la situazione al 31 dicembre 2023.
E il 2024? Compulsando il sito di Stretto di Messina Spa, viene fuori che l’anno scorso il personale è cresciuto di 24 unità.
Ma i costi sono diventati quasi il quadruplo: gli impiegati sono diventati 17 (nove in più rispetto all’anno precedente) e i loro stipendi si sono attestati a quota 754 mila euro. I quadri sono aumentati a quota 48 (tredici in più rispetto al 2023) con i loro emolumenti schizzati complessivamente a 3,9 milioni. Dulcis in fundo i dirigenti: a dicembre 2024 erano diventati 19 (due in più rispetto all’anno prima) ma per un costo lievitato da 1,2 milioni a 4,5 milioni e rotti nel 2024. Un aggiornamento, facendo due conti, che assesta gli stipendi dei 19 papaveri su una cifra media di 236 mila euro a cranio.
Anche se non tutte le retribuzioni sono ugualmente da urlo. Irraggiungibile quella di Andrea Parrella, avvocato top di gamma (nel suo lungo curriculum esperienze di un certo calibro in Iri, Trenitalia, Ferrovie e soprattutto Finmeccanica-Leonardo): in Stretto di Messina Spa è responsabile della direzione Legale e Contenzioso con uno stipendio da 260 mila euro lordi più 78 mila euro collegati al conseguimento degli obiettivi. Altro big il direttore Corporate, Francesco Parlato (tra le sue esperienze ancora Iri, l’incarico di direttore al ministero del Tesoro e in Fs ma anche di membro di cda quali Cassa Depositi e prestiti, Coni Servizi, Fimmeccanica e Fincantieri): anche lui a quota 260 mila euro (più 50 mila come bonus obiettivi). Poi gli altri a scendere, sia in termini di stipendio che di bonus da target Mbo. Tutti pubblicati sul sito con la sola eccezione di Omar Mandosi. Di chi si tratta? “L’ho scelto io” ha detto Pietro Ciucci dopo che il nome di Mandosi (non indagato), era finito nelle intercettazioni dell’inchiesta che è costata il patteggiamento a Tommaso Verdini, figlio di Denis nonché ‘cognato’ di Matteo Salvini. Laureato alla Link nel 2015, iscritto all’ordine dei consulenti del lavoro dal 1999, funzionario di Anas, Mandosi era stato tra i primi, a luglio 2023, ad arrivare in Stretto di Messina Spa. Con i galloni di direttore Organizzazione e Affari Generali. Fonte: Il Fatto Quotidiano