8 Aprile 2025 Guerra&Pace

Si ripara ad Augusta (Sicilia) grande unità da guerra della Marina libica

di Antonio Mazzeo – Sulle forze armate navali libiche si è scritto di tutto e di più, specie in tema di violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani. Fanno la sporca guerra alle migrazioni nel Mediterraneo: assaltano le imbarcazioni dei migranti per poi deportarli in orribili prigioni-lager e mitragliano le navi delle organizzazioni umanitarie che soccorrono i barchini a rischio naufragio. Ciononostante le unità libiche e i suoi equipaggi sono ospiti graditi e riveriti degli alti comandi della Marina Militare italiana.
Lo staff generale delle forze navali di Tripoli ha annunciato l’invio in Italia della nave da sbarco “Ibn Al-Haritha”. Essa sarà sottoposta a lavori di manutenzione in un cantiere navale “nell’ambito dell’accordo di cooperazione tra le marine militari libica e italiana”.
L’unità da guerra ha lasciato il porto di Tripoli giovedì 13 marzo per approdare la mattina del giorno successivo nella grande base navale di Augusta (Siracusa).
“L’operazione di attracco di poppa è stato eseguito con successo, a riprova dell’alta efficienza, della distinta perizia e della professionalità del personale delle forze libiche nello svolgimento delle manovre navali”, riporta con malcelata enfasi la testata giornalistica di Tripoli, Almenassa. “Gli ufficiali della Marina militare italiana che hanno ricevuto l’unità nella base navale di Augusta hanno lodato il risultato”.
Con un dislocamento di 1.150 tonnellate e una lunghezza di 81,3 metri, l’unità da sbarco “Ibn Al-Haritha” venne acquistata in Polonia dal governo libico del colonnello Gheddafi a metà anni ottanta. Realizzata nei cantieri navali di Danzica, la “Ibn Al-Haritha” fu poi sottoposta a lavori di manutenzione e rinnovamento dei motori in un cantiere navale croato nel 2009.
L’unità uscì indenne dalla campagna di bombardamenti NATO contro la Libia nel 2011; oggi viene impiegata dalla Marina libica come nave appoggio, da sbarco e trasporto di uomini e mezzi militari. Unità della stessa classe sono impiegate in Europa orientale anche per il “supporto di fuoco” alle truppe schierare sul fronte terrestre, con l’impiego di cannoni e sistemi di lancio multiplo di missili a corto raggio superficie-aria.
Non è la prima volta che navi da guerra libiche sono ormeggiate nella grande base navale siciliana. In occasione dell’esercitazione multinazionale “Searborder”, tenutasi nelle acque di Augusta dal 18 al 25 settembre 2023, era presente pure un’imbarcazione della Libia libica a fianco di altre sette unità e 3 assetti appartenenti ad altri paesi nordafricani (Algeria, Marocco e Tunisia) e a Francia, Spagna, Malta ed Italia (presente pure un team di fucilieri della brigata marina San Marco di Brindisi). I war games aeronavali furono organizzati nell’ambito delle attività di formazione e sorveglianza marittima previste dall’accordo di collaborazione “5+5” siglato a Parigi il 21 dicembre 2004, dai ministri della Difesa dei Paesi delle due sponde del Mediterraneo Occidentale: Francia, Italia, Malta, Portogallo, Spagna, Algeria, Libia, Mauritania, Marocco e Tunisia.
“L’esercitazione Searborder ad Augusta ha incluso un aspetto teorico con letture e workshop sulla conduzione delle attività di navigazione, mentre l’aspetto pratico ha visto lo svolgimento di operazioni di ricerca e salvataggio, interventi contro navi sospette, manovre marittime, combattimento contro un gruppo terroristico, protezione di una nave, mostra di formazioni navali a visitatori VIP ed esercitazioni addestrative notturne per ufficiali dell’intelligence”, ha spiegato a conclusione delle manovre ad Augusta il Capo di Stato Maggiore della marina militare libica.