
L’agguato nel 2013 a Barcellona: Omicidio Perdichizzi, arrestati i responsabili dopo 12 anni. “Teneva per sé i soldi delle estorsioni”
Nelle prime ore di oggi, a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) e nella provincia di Siena, i Carabinieri del ROS, con il supporto in fase esecutiva del Comando Provinciale Carabinieri di Messina, sono stati impegnati in un'operazione di polizia che ha portato all'arresto di due persone, destinatari di un'ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Messina.
Secondo la Distrettuale antimafia i killer furono il 35enne Salvatore Bucolo e il 39enne Giovanni Crinò. Li hanno arrestati stanotte i carabinieri del Ros, dando esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare della gip Arianna Raffa, che ha accolto le richieste della Dda.
Il provvedimento si inserisce nella costante e ampia manovra di contrasto alla criminalità di tipo mafioso che la Procura della Repubblica di Messina - Direzione Distrettuale Antimafia - sta conducendo da anni nella zona tirrenica della provincia di Messina.
Le indagini hanno consentito di fare luce su un agguato avvenuto la sera dell'1 gennaio 2013, in cui perse la vita Giovanni PERDICHIZZI, all'epoca intraneo alla famiglia mafiosa c.d. dei barcellonesi, referente del gruppo operante nel quartiere San Giovanni del comune di Barcellona P.G., incaricato di tenere la cassa dell'associazione, nonché della raccolta dei proventi derivanti dalle estorsioni effettuate nel territorio di competenza del gruppo mafioso. In particolare, grazie al contributo dichiarativo di alcuni collaboratori di giustizia opportunamente riscontrate da mirata attività investigativa, è emerso come l'omicidio fosse stato deciso poiché Giovanni PERDICHIZZI tratteneva per sé parte dei proventi delle estorsioni poste in essere dall'associazione.
A distanza di parecchio tempo dalle prime rivelazioni dei pentiti, per esempio quelle del boss Carmelo D’Amico e di Nunziato Siracusa, sono infatti emerse di recente nuove propalazioni dei collaboratori Salvatore Micale, Alessio Alesci e Marco Chiofalo "balduccio".
Sulla scorta del materiale probatorio acquisito nel corso delle indagini, salvo diverse valutazioni giudiziarie nei successivi livelli e fermo restando il generale principio di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato, il Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Messina - Direzione Distrettuale Antimafia - ha applicato la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti dei due indagati per i delitti di concorso in omicidio premeditato e di concorso nel porto illegale in luogo pubblico di un'arma comune da sparo, entrambi commessi avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416 bis c.p. e al fine di agevolare le attività dell'associazione di stampo mafioso c.d. dei "Barcellonesi", operante a Barcellona P.G. e sulla fascia tirrenica della Provincia di Messina.