28 Marzo 2025 Politica e Sindacato

Esami e ritardi nel Trapanese. Oggi Croce verrà sospeso

Il quadro che emerge dalla documentazione integrativa inviata al ministero della Salute è sempre più grave e la Regione non aspetterà oltre per sollevare il manager dell’Asp di Trapani, Ferdinando Croce, dal suo incarico. Scatterà oggi il procedimento sanzionatorio con una sospensione di 60 giorni, preludio alla sua rimozione. Ieri sono emersi alcuni passi della relazione, dove si evince un aggravamento della posizione del manager, con accuse gravissime davanti alle quali Fratelli d’Italia difficilmente potrà ancora tentare la difesa di Croce. La vicenda non è solo politica: ai 206 pazienti con tumori diagnosticati in ritardo va dato un segnale chiaro. Nessun accordo potrà giustificare il ritardo nei 3300 esami istologici accumulati e non refertati.

«Un fenomeno stratificato di particolare gravità, che evidenzia una inefficienza della struttura preposta alla refertazione degli esami istologici» e «quanto accaduto evidenzia, altresì, una strategia manageriale poco efficace sotto il profilo del monitoraggio delle attività di competenza e sotto il profilo del coordinamento fra le varie articolazioni aziendali, chiaramente deficitario». È quanto emerge nella relazione inviata ieri agli ispettori ministeriali. Dal carteggio risulta che il 15 febbraio 2024 il direttore della chirurgia generale dell’ospedale Ajello di Mazara del Vallo, Pietro Fazio, aveva sollecitato al direttore dell’Asp gli esami istologici di agosto-dicembre 2023. Il 20 maggio 2024 un’ulteriore nota chiedeva ancora gli esami arretrati fino a maggio. «Quanto accaduto all’Asp di Trapani non è un fatto isolato, ma riguarda l’Isola intera – dice il deputato Pd all’Ars, Nello Dipasquale. Dietro tutto questo c’è una responsabilità politica enorme». Nino Oddo, vice presidente del Psi: «Rivolgo un appello per scendere in piazza per esprimere solidarietà alle vittime di malasanità e per il diritto alla salute dei trapanesi». A Ragusa emerge un altro caso: per una esofagogastroduodenoscopia con biopsia, necessaria per una sospetta neoplasia, a un paziente è stato chiesto di aspettare 11 mesi, nonostante la priorità di 60 giorni. La denuncia è di Rosario Gugliotta, presidente di Articolo 32.