10 Marzo 2025 Cronaca di Messina e Provincia

FOTO – LA STORIA DI ALESSANDRO: IERI UNO DEI ‘RAGAZZI’ DI PADRE NINO, OGGI OPERAIO DELLA DITTA INCARICATA DELLE DEMOLIZIONI: UNA SOFFERENZA STARE QUI

Di EDG - All'interno di questa immensa area verde, che ha ospitato per decenni la storica struttura assistenziale della Città del Ragazzo e che domina Gravitelli, ogni cosa ricorda la figura di padre Nino Trovato, scomparso nel 2002. Ad iniziare da un vecchio busto del prete, a pochi passi dal cancello di ingresso. La 'Città', fondata il 14 marzo del 1949, da decenni versava in una condizione di totale abbandono. Oggi, con l'apertura del cantiere e l'inizio delle demolizioni che lasceranno il posto a un moderno polo dedicato all'inclusione dei soggetti più fragili, è iniziato il secondo tempo dell'ex 'Opera ragazzi di strada', la comunità di accoglienza, educazione, istruzione per i fanciulli allo sbando nella Messina ferita gravemente dalla guerra. Che vide, nel corso degli anni, sorgere, oltre al refettorio, i laboratori, i dormitori, la cappella, la scuola etc, il centro di addestramento professionale L. Sturzo attrezzato con la tipografia e il cine-teatro, che negli anni novanta fu sede del teatro 'Pirandello' guidato da Massimo Mollica. Negli anni novanta venne realizzata anche la 'Pro Senectute', del dott. Raffaele Cordiano, per ospitare gli anziani indigenti.

Questa mattina, tra le autorità, i giornalisti, i cameraman e gli addetti ai lavori, abbiamo incrociato lo sguardo commosso di un operaio che fissava la scena della demolizione, tra i sorrisi e le fotografie di rito, di uno dei manufatti. "Di questo luogo conosco tutto, anche gli angoli più sperduti", ci dice sommessamente.

Alessandro è del 1978. Aveva 5 anni quando si aprirono, per lui ed il fratello, le porte della 'Città del Ragazzo', lasciandosi alle spalle i pochi e sofferti anni di vita. Alessandro è rimasto nella struttura fino all'età di 14 anni, tra una fuga e l'altra alla ricerca di una libertà da respirare al di là di quelle mura troppo alte per un adolescente cresciuto troppo in fretta. "La prima volta che ci sono rientrato, ad ottobre dello scorso anno, sono stato male, mi è venuta l'ansia. Improvvisamente mi sono tornati in mente gli anni della mia infanzia, complicati come quelli di tutte le decine di bambini che hanno varcato quel grande cancello che dà sulla via Pietro Castelli". "E' dovuto passare del tempo prima che mi abituassi all'idea di dover lavorare per mesi proprio lì dove ho vissuto tutta la mia gioventù".

Nei prossimi 4 mesi verranno abbattuti 6 corpi di fabbrica che Alessandro conosce 'meglio di casa sua'. Rimarra' in piedi soltanto la casa-ufficio di padre Nino Trovato, ancora piena di libri, ricordi, fotografie, statue, locandine, documenti.

Alessandro ha vissuto 9 anni tra Villa Pia, al Castellaccio, che ospitava i bambini più piccoli, e la Città del Ragazzo vera e propria, la zona a valle della collina dove vivevano i ragazzi più grandi.

"All'inizio ho pensato di rinunciare a lavorare in questo cantiere, ma poi mia moglie mi ha convinto. Ora mi toccherà vedere demoliti, dopo averli svuotati, i luoghi della mia memoria. Ma è la vita, e bisogna guardare avanti".

@fotostampalibera