
“L’IMPORTANTE E’ NON SMETTERE MAI DI SOGNARE”: Bruno Samperi racconta la sua arte e la sua lunga vita ai microfoni di ‘Vite spericolate’
Di Tonino Cafeo - Le sue opere si possono trovare sulle pareti di tante abitazioni e studi professionali ma poche persone possono dire di conoscerlo veramente. Parliamo di Bruno Samperi, classe 1933, “decano” degli artisti messinesi, protagonista della trentottesima puntata di "Vite Spericolate, storie speciali di persone normali".
Samperi nella sua lunga carriera ha rilasciato pochissime interviste e per la prima volta, con Stampalibera.it, ha aperto la sua casa-laboratorio alle telecamere di una testata giornalistica. Il nostro incontro perciò ha il valore di una prima assoluta.
Bruno Samperi nasce in una conosciuta famiglia di tipografi. Il padre inizia la sua attività con una piccola legatoria nei pressi del rettorato negli anni fra la prima e la seconda guerra mondiale. Ben presto la piccola azienda cresce e associa l’attività tipografica a quella della rilegatura dei libri, ma il secondo conflitto mondiale cambia seriamente le cose. La famiglia Samperi è costretta dai continui bombardamenti a sfollare ad Altolia, piccolo villaggio sulle colline della zona sud del comune di Messina. Qui il piccolo Bruno trascorre tre anni condividendo con i genitori, i fratelli e le sorelle la durezza della lotta per la sopravvivenza. È un periodo difficile ma è in questi momenti che il futuro artista affina la propria sensibilità nel contatto con la natura.
Negli anni della ricostruzione Bruno Samperi, accanto al fratello maggiore Aurelio, diventa tipografo e, affascinato dalla chimica degli inchiostri, comincia a sperimentare miscele per realizzare sfumature inedite. Grazie anche all’incoraggiamento del noto pittore e incisore Felice Canonico, assiduo frequentatore della bottega dei Samperi, questa passione diventa un percorso artistico che con il passare del tempo cresce per importanza e rilievo. Fra gli anni sessanta e settanta brevi trasferte a Roma e Milano, poi le prime mostre dei suoi celebri inchiostri su carta a cui l’artista affianca in seguito lavori su grandi tele che ritraggono i boschi della sua infanzia e altri temi presi dalla natura.
L’arte di Samperi si muove fra i due poli della pittura del secondo novecento: il figurativo e l’informale, ma soprattutto è il frutto di una potente esigenza espressiva e di una spiccata sensibilità sociale e ambientale. Si sente a disagio con definizioni come quella di “maestro” e pensa che l’arte sia essenzialmente frutto del dialogo e della cooperazione fra gli esseri viventi. Ancora adesso, malgrado gli acciacchi dell’età, lavora instancabilmente tutti i giorni e - a dispetto delle leggende che gli attribuiscono un carattere introverso - è ben disposto a parlare della sua arte e della vita.
Il nostro incontro documenta una grande vitalità che attraversa il tempo e lo spazio con molti ricordi, un pizzico di malinconia, ma nessuna paura.
Buona visione.