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C’è una terza inchiesta sull’attività dell’ex rettore Cuzzocrea
La Procura di Messina diretta da Antonio D’Amato ha aperto una terza inchiesta sull’attività accademica dell’ex rettore dell’Università di Messina Salvatore Cuzzocrea. L'indagine riguarderebbe la sua docenza sviluppata nel tempo nella facoltà di Medicina e a Farmacologia, oltre alle sue presenze lavorative all’interno del Policlinico universitario “G. Martino”.
Si tratta della terza inchiesta perché il prof. Cuzzocrea è attualmente coinvolto nel cosiddetto “caso Anac” e nel “caso rimborsi”, con quest’ultima vicenda che lo ha portato alle clamorose dimissioni ad ottobre del 2023.
Questa nuova indagine, rivelata oggi dal quotidiano Gazzetta del sud, ha indubbiamente molta attinenza con la vicenda che vede contrapposti in tribunale l’ex rettore Cuzzocrea e il suo “grande accusatore”, il componente del Senato accademico e sindacalista della Gilda-Università Paolo Todaro. Il 27 novembre scorso s’è tenuta infatti la prima udienza del processo per diffamazione che l’ex rettore ha intentato contro Todaro. Al centro la nota, inviata tra gli altri alla Corte dei Conti e alle Procure di Messina e Reggio Calabria, e poi il comunicato stampa, che Todaro diffuse tra il 6 e il 7 luglio del 2020. Nella nota ventilava un «potenziale conflitto di interessi, assenteismo e indennità impropriamente percepite dalla più alta autorità accademica», che era appunto l’allora rettore Cuzzocrea. Perché? Perché - scrisse Todaro - «Cuzzocrea “... non ha mai fatto parte della ex Facoltà di Medicina” e che “egli giustifica la presenza, in gran parte presso l’Aou come lavoro istituzionale, e pur non completando il normale orario settimanale, percepisce ed ha percepito anche le indennità accessorie”». Insomma secondo Todaro l’ex rettore Cuzzocrea era un assenteista conclamato al Policlinico e non aveva diritto ad alcune indennità, che invece percepiva.
Accuse che l’ex rettore ha sempre rispedito categoricamente al mittente, bollandole più volte come «assolutamente false». Nel corso dell’udienza di novembre l’ex rettore è stato ascoltato in aula ed ha affermato tra l’altro di aver fatto parte della ex facoltà di Medicina «a decorrere dal 29 giugno 1999 quale ricercatore universitario per il settore scientifico disciplinare E07X Farmacologia», e quanto al conflitto di interessi adombrato da Todaro ha detto che «... nessuna norma vieta al rettore di essere titolare di incarico di struttura complessa o semplice o responsabilità di un programma, né alcuna norma - men che meno del protocollo d’intesa -, prescrive la incompatibilità dell’incarico di rettore con quello di direzione di struttura complessa o semplice o responsabilità di un programma»; ed ancora, quanto alle accuse di assenteismo e indebita percezione dell’indennità assistenziale, l’ex rettore ha spiegato che era «esattamente il contrario», ovvero che giustificava di volta in volta in facoltà al Policlinico la sua assenza per impegni istituzionali e non. Adesso però su quelle denunce depositate da Todaro ci sono accertamenti in corso da parte della Procura.