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Borsellino: archiviazione ‘mandanti esterni’, a marzo decisione
E' stata fissata per il 3 marzo la decisione sull'istanza di archiviazione dell'inchiesta sui 'mandanti esterni' nella strage di via D'Amelio. La giudice per le indagini preliminari di Caltanissetta, Graziella Luparello, ha stabilito l'udienza della camera di consiglio, "considerato che la suddetta richiesta", presentata il 28 novembre dal procuratore Salvatore De Luca e dall'Aggiunto Pasquale Pacifico, "non può trovare allo stato accoglimento". Era il 18 maggio 2022 quando erano state disposte dalla giudice ulteriori attività di indagine "tese a verificare la sussistenza di elementi idonei a giungere alla identificazione di eventuali mandati esterni in relazione alla commissione della strage di via Mariano D'Amelio".
PM, ISTANZA "TECNICA" MA NUOVE INDAGINI
Una verifica che avrebbe dato esiti negativi. Così, a novembre dello scorso anno, dopo l'originario termine concesso di sei mesi e tre proroghe, è stata sottoposta quella che la stessa procura nissena definisce "una richiesta di archiviazione di natura tecnica", essendo decorsi i termini massimi di durata delle indagini preliminari come prorogati dal giudice, "che - avverte - non preclude certamente la possibilità da parte di quest'ufficio di ulteriori approfondimenti investigativi, già in corso, in altri procedimenti, pendenti presso quest'ufficio, tuttora coperti da segreto istruttorio".
GIP, VERIFICHE SU PISTA NERA, 007, SUICIDI E POLITICA
In particolare l'ordinanza impositiva del gip su nuove indagini affermava testualmente che, "nell'ambito di una lettura coordinata dei diversi delitti eccellenti degli anni 80-90, vi sono altri elementi che, in relazione alle stragi del 92, impongono di non resecare a priori la possibile rilevanza della pista nera".
Proprio in relazione a questo filone di indagine l'ordinanza individua un primo aspetto da approfondire che prende le mosse dall'esame della sentenza relative alla strage di Bologna "in quello relativo ai rapporti tra Paolo Bellini ed esponenti di Cosa nostra con particolare riferimento ali'eventuale incidenza della trattativa avvenuta tra questi e Antonino Gioè", quale concausa delle stragi del 92 e in particolare "dell'anomala accelerazione nella realizzazione della strage di via D'Amelio (dato quest'ultimo accertato con numerose sentenza passate ingiudicato)".
Un secondo, anche in relazione alle risultanze delle attività di indagine svolte dalla Procura generale di Palermo, sarebbe quello relativo "all'ambiguo ruolo di esponenti dei servizi di segreti tra cui vengono menzionati Giovanni Aiello, Ignazio D'Antone e Bruno Contrada in relazione agli omicidi degli agenti della polizia di Stato Piazza ed Agostino"; una disamina richiesta "per i possibili risvolti che detta attività depistante possa aver avuto anche sulle stragi del 92".
Un terzo aspetto, strettamente collegato al primo, sarebbe quello relativo al suicidio in carcere di Antonino Gioè che per i tempi e le modalità dello stesso "apparirebbe sospetto e potrebbe rientrare nell'ambito di una strategia volta ad impedirne la collaborazione con la giustizia proprio perché in grado di riferire in relazione a possibili suggeritori esterni in relazione alle stragi del 92".
Un quarto aspetto era quello relativo al possibile ruolo di esponenti della destra eversiva tra cui Stefano delle Chiaie nelle stragi del 1992. Un quinto aspetto "attiene ai rapporti tra Silvio Berlusconi. Marcello Dell'Utri e Giuseppe Graviano anche alla luce delle dichiarazioni dallo stesso rilasciate nell'ambito del processo Ndrangheta Stragista, nonché di quelle rese all'autorità giudiziaria di Firenze".
LA PROCURA, SVILUPPI SU SPECIFICI FILONI INVESTIGATIVI
Le conclusioni a cui era giunta la procura è che "allo stato non c'è alcun elemento che consenta di ricostruire un ruolo di esponenti della destra eversiva nelle stragi del 1992".
E ancora: "Non sono emersi elementi da cui desumere che l'accelerazione impressa nella fase di esecuzione della strage del 19 luglio 92 fosse dovuta al fatto che il giudice Paolo Borsellino stesse svolgendo informali investigazioni sulla "pista nera", né "nuovi elementi da cui desumere l'intervento di soggetti collegati ai servizi di sicurezza nell'evento stragista per cui si procede"; dalle dichiarazioni rese da Graviano "non emergono elementi sulla scorta dei quali poter individuare eventuali 'suggeritori occulti' di Salvatore Riina nella programmazione della strategia stragista del 1992.
Quindi un'ulteriore avvertenza da parte della procura: "Le superiori considerazioni devono essere intese in senso letterale in quanto si prende atto degli elementi allo stato disponibili, senza che questo possa significare una definitiva esclusione delle piste "sopra indicate". L'ufficio ha inoltre in corso di svolgimento indagini su altri specifici filoni investigativi quale possibile causale della strage di via D'Amelio: un primo relativo alla individuazione, "quale possibile concausa della strage, di un interesse investigativo del dott. Borsellino per il c.d. rapporto mafia-appalti"; un secondo relativo alla sottrazione dell'agenda rossa di Borsellino"; un terzo finalizzato ad eseguire accertamenti in relazione ai rapporti tra esponenti dei servizi di sicurezza e massoneria nel periodo antecedente e successivo alle stragi del 1992, "anche con riferimento alle dichiarazioni confidenziali rese da Ilardo Luigi". In particolare, "l'eventuale ruolo di soggetti con elevate funzioni giudiziarie o amministrative appartenenti alla massoneria nella fase ideativa delle stragi, nonché nelle attività di depistaggio immediatamente successive alle stesse è oggetto di specifico approfondimento investigativo".
Si tratta di procedimenti, concludeva la Dda di Caltanissetta, "tutti allo stato coperti da segreto istruttorio che manifestano particolare delicatezza e complessità, sui quali si sta concentrando una particolare attenzione da parte dell'ufficio, nell'ambito dei quali è in atto anche il coordinamento con altri uffici da parte della Dna". (AGI)