Il procuratore di Messina Antonio D’Amato (con ben 652 presenze, secondo assoluto in Italia) e il giudice Armaleo entrano nel ‘parlamentino’ di ANM
La corrente conservatrice di Magistratura indipendente (Mi) conquista la maggioranza relativa alle elezioni dell’Associazione nazionale magistrati. È l’esito – ampiamente previsto – dei tre giorni di votazione online per il rinnovo del Comitato direttivo centrale, il “parlamentino” di 36 seggi dell’organismo di rappresentanza delle toghe. Il gruppo di centrodestra, il più vicino al governo in carica, è arrivato in testa con 2.065 voti, il 30,3%, quasi quattrocento in più dell’ultima tornata elettorale nel 2020: acquisirà quindi il diritto di proporre il nome del nuovo presidente, che dovrà essere eletto dal direttivo e sostituirà Giuseppe Santalucia, esponente dei progressisti di Area, arrivato a fine mandato. In pole position per la carica c’è Giuseppe Tango, giudice del lavoro a Palermo e presidente della giunta siciliana dell’Anm: 43 anni, cattolico, era uno dei candidati considerati più forti e ha raccolto il maggior numero di preferenze in assoluto, ben 688. Dietro di lui, con 652, un altro candidato di Mi, il procuratore di Messina Antonio D’Amato, napoletano ed ex membro del Consiglio superiore della magistratura.
La “sinistra” cresce, ma è spaccata – Alle spalle dei conservatori, però, la sinistra giudiziaria fa il botto: le due liste progressiste ottengono insieme 2.884 voti, il 42,5%, mancando il primo posto soltanto per essersi presentate divise. In particolare, il “correntone” di Area porta a casa 1.803 voti, un bottino identico (18 voti in più) a quello di quattro anni fa, quando però comprendeva ancora lo storico gruppo di Magistratura democratica (Md), il più importante tra i suoi soggetti fondatori. Nel 2021, infatti, l’ala più radicale di Md ha ridato autonomia politica al simbolo, che stavolta ha presentato una lista separata e ha ottenuto 1.081 voti. Balzo in avanti anche dei “moderati” di UniCost, che passano da 1.212 a 1.560 voti, mentre calano gli “anti-correnti” di Articolo 101, da 651 a 304. Rispetto al 2020, non si presentava la lista di Autonomia&indipendenza, il gruppo conservatore-legalitario fondato da Piercamillo Davigo e ormai sciolto, che aveva ottenuto 749 voti (non tutti trasferiti a Magistratura indipendente). A partecipare alla consultazione sono stati in tutto 6.857 iscritti all’associazione, l’81%, 758 in più di quattro anni fa.
Numeri e nomi del nuovo “parlamentino” – Il nuovo “parlamentino”, quindi, sarà così composto: 11 seggi a Mi (+1), nove ad Area (-2), otto a UniCost (+1), sei a Md e due ad Articolo 101 (-2). Insieme, dunque, i progressisti raggiungono 15 eletti su 36. In Area i più votati sono i due membri ricandidati del Comitato direttivo uscente:Rocco Maruotti, pm a Rieti (514 preferenze) e Paola Cervo, giudice di Sorveglianza a Napoli (464). Eletti anche Emilia Conforti, giudice del Tribunale di Roma, Antonio Diella, giudice del Tribunale di Foggia, Ida Teresi, pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Chiara Valori, gip a Milano, Gianna Manca, giudice del Tribunale di Brindisi, Andrea Vacca, pm a Cagliari e presidente dell’Anm Sardegna, e Domenico Pellegrini, giudice civile a Genova. Per Md invece in cima alla lista c’è Sergio Rossetti, giudice civile a Milano, con 268 voti, seguito da Stefano Celli, pm a Rimini e membro uscente, con 251. Passa, in terza posizione, anche Marco Patarnello, pm in Cassazione finito nel mirino del centrodestra per una mail privata in cui definiva “pericolosa” la premier Giorgia Meloni. Gli altri eletti sono Rachele Monfredi, giudice a Palermo, Leonardo Lesti, pm a Milano (entrambi candidati indipendenti, cioè non iscritti a Md) e Giulia Locati, giudice del Tribunale di Torino.
Oltre a Tango e D’Amato, Magistratura indipendente manda al “parlamentino” Chiara Salvatori, giudice del Tribunale di Roma, Mariachiara Vanini, giudice del Tribunale di Milano, Gerardo Giuliano, giudice della Corte d’Appello Napoli, Stefano Ammendola, pm a Milano, Cesare Parodi, procuratore aggiunto di Torino, Domenico Armaleo, giudice del Tribunale di Messina (con 358 preferenze), Giulio Caprarola, pm a Treviso, Paola Ciriaco, giudice della Corte d’Appello di Catanzaro, e Romina Incutti, giudice internazionale alla Kosovo Specialist Chambers. Per UniCost entrano nel “parlamentino” Marcello De Chiara, giudice del Tribunale di Napoli, Monica Mastrandrea, giudice del Tribunale di Torino, Dora Bonifacio, giudice della Corte di Appello di Catania, Marinella Graziano, giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Paola Cesaroni, giudice del Tribunale di Bari, Gaspare Sturzo, pm della procura generale presso la Corte di Cassazione, Giuseppe Amato, giudice del Tribunale di Reggio Calabria, e Domenico Canosa giudice della Corte d’Appello dell’Aquila. Articolo 101, infine, rielegge l’uscente Andrea Reale, giudice del Tribunale di Ragusa, a cui si affiancherà Natalia Ceccarelli, giudice della Corte d’Appello di Napoli.
Gli scenari – Il primo compito dell’assemblea, nella seduta inaugurale dell’8 febbraio, sarà eleggere il nuovo presidente, il segretario e il resto della Giunta esecutiva di dieci membri: per tutte le cariche serve la maggioranza assoluta dei componenti. Anche per i prossimi quattro anni il governo dell’associazione dovrebbe essere unitario, cioè appoggiato da tutte le maggiori correnti. Molto dipenderà dal nome che verrà proposto da Magistratura indipendente per la presidenza: Tango, il recordman di preferenze, è ritenuto il più adatto a far convergere su di sé i vari orientamenti politici, in quanto più giovane e meno legato alla stagione di Cosimo Ferri, ex leader della corrente pesantemente coinvolto nello scandalo Palamara. Uno degli scenari possibili è che i gruppi si mettano d’accordo per una presidenza “a rotazione“, un anno per ciascuno, come già sperimentato tra il 2016 e il 2020. C’è anche chi ipotizza che Mi possa rinunciare alla presidenza, per evitare di trovarsi troppo esposta nello scontro politico sulla separazione delle carriere: in quel caso potrebbe continuare a esprimere il segretario (come fa ora con Salvatore Casciaro) lasciando il ruolo più importante a un membro gradito di un altro gruppo, probabilmente UniCost.