L’avv. Fabio Repici: ”Dal governo nessuna parola su Cavallini, condannato per la strage di Bologna”
L’avvocato intervenuto alla presentazione del libro 'La strategia parallela': "Il potere di oggi è fatto anche degli effetti dei crimini di ieri"
“Gilberto Cavallini è uno degli esponenti dell'eversione neofascista che ha versato tanto sangue nel nostro Paese” ed è stato “condannato per la strage alla stazione di Bologna”, ma “mi chiedo, ci sono state reazioni dal mondo della maggioranza parlamentare?”. È l’accusa che Fabio Repici, legale di diversi familiari delle vittime di mafia, ha formulato durante la presentazione del libro di Anna vinci e Michele Riccio “La strategia parallela” (Zolfo editore) a Siena. L’avvocato ha commentato la condanna definitiva all’ergastolo (pronunciata il 15 gennaio scorso) contro l’ex NAR per la strage del 2 agosto 1980, che costò la vita a 85 persone. La sentenza dei supremi giudici, ha spiegato Repici, “è un fatto rilevantissimo per tanti motivi”. “Basti segnalare che, da un lato, Gilberto Cavallini è la proiezione di quegli stessi gruppi criminali neofascisti protagonisti della prima fase della strategia della tensione, dalle bombe di Piazza Fontana in poi, nel 1969 e negli anni '70. Gilberto Cavallini è il frutto malato di quelle generazioni, ma è anche un soggetto che aveva relazioni con apparati che, a un certo punto, quando furono scoperti, vennero chiamati ‘anello’ o ‘noto servizio’, cioè apparati deviati in connessione con soggetti istituzionali”. Il giorno della sentenza, ha commentato Repici, “mi permetto di dire che è stata una bella giornata per la nostra democrazia e io ho gioito insieme ai familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna e all’associazione rappresentata dal presidente Paolo Bolognesi”. “Ma ci sono state reazioni? - ha ribadito - Dal mondo del governo non c'è stata una parola”. “E vi spiego perché non c'è stata una parola”, ha continuato l’avvocato. “Era l'anno 2014, non un secolo fa, e l'attuale Presidente del Consiglio partecipava a manifestazioni innocentiste degli stragisti, Luigi Ciavardini (anche lui condannato per la bomba del 2 agosto 1980, ndr), per dirne uno. Lo stesso, la cui immagine è immortalata con il braccio al quale si avvinghia l'attuale Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia. E allora, qual è il motivo per cui non ci sono reazioni?”, si è chiesto ancora Repici. “Il motivo è che, grazie a quella strategia parallela, il potere di oggi è fatto anche degli effetti dei crimini di ieri. Non crediate che siano eccessive le mie parole. Come voi tutti sapete, uno dei più brillanti esponenti della compagine governativa si chiama Francesco Lollobrigida, ministro di qualcosa, non so se lui lo sappia. Fino a poco tempo fa aveva un portavoce che si è dovuto dimettere per ignominia. Questo portavoce si chiama Paolo Signorelli, omonimo del nonno Paolo Signorelli, condannato in quanto appartenente a un'organizzazione eversiva neofascista. Paolo Signorelli Junior, portavoce del ministro della Repubblica, scriveva dei messaggi a un signore che è morto male. Lo chiamavano ‘Diabolik’, che era il capo della tifoseria del Lazio”. Fabio Repici ha proseguito leggendo alcuni di questi messaggi intercettati. “‘Onore a nonno’, cioè Paolo Signorelli Senior". E poi “Tuti”, “MarioTuti, assassino anche di due poliziotti che andarono a fare una perquisizione a casa sua”, ha ricordato il relatore. E ancora ‘Concutelli’, “Pierluigi Concutelli, la persona che sparò al magistrato Vittorio Occorsio il 10 luglio 1976”. “Giusva’(Fioravanti, ndr), Ciavardini, eccetera”. “In questi anni, il portavoce di un ministro della Repubblica onorava gli stragisti che hanno ucciso inermi cittadini che, il sabato 2 agosto del 1980, stavano partendo per le vacanze o stavano tornando dalle vacanze. E allora capiamo - ha concluso - per quale motivo non ci sono reazioni”. Foto © Piero Di Stefano