“NETTUNO”, FUGA E RESISTENZA. ECCO IL NUOVO BRANO DEI ‘DIPLOMATICO E IL COLLETTIVO NINCO NANCO’
Si intitola “NETTUNO”, come il dio del mare, e anticipa la pubblicazione del nuovo album di imminente pubblicazione, il nuovo brano dei ‘Diplomatico e il collettivo Ninco Nanco’ da oggi disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale. La band, nata nel 2018, ha già all’attivo diverse collaborazioni con artisti come Max Gazzè, Willie Peyote, España Circo Este, 99 Posse e molti altri.
‘Nettuno’ (La Colletta Dischi), che si ispira al suono evocativo della World Music e affronta temi profondi e universali, racconta la storia di chi, costretto dalla guerra o dalla miseria, fugge dalla propria terra in cerca di salvezza.
È dedicata a chi arriva ma anche a chi non ce la fa, inghiottito dalle acque del Mediterraneo, dove le speranze si infrangono come navi in tempesta.
Al pezzo si aggiunge un videoclip, girato tra il centro sociale Rivolta di Marghera e la calabrese Riace, terra di accoglienza e di inclusione, in cui compare Maysoon Majidi, l’attivista curdo-iraniana rimasta in carcere per dieci mesi con l’accusa di essere una scafista, prima che la giustizia italiana accogliesse l’istanza di scarcerazione.
La sua esperienza si fonde perfettamente con il messaggio del brano e con le immagini dei salvataggi in mare effettuati dalla nave umanitaria Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans, la ong del veneziano Luca Casarini. Un grido di dolore e una denuncia all’indifferenza.
«Quelle immagini, a cui ormai siamo terribilmente abituati, raccontano il prezzo umano che si paga per scappare dalla guerra e dalle ingiustizie, un viaggio che non è mai solo fisico ma anche emotivo, un cammino lungo e spaventoso che lascia cicatrici indelebili», sottolineano i musicisti. «Questo brano rispecchia le nostre idee di libertà, uguaglianza e giustizia, valori per noi imprescindibili. Da sempre il collettivo ha dedicato le sue canzoni a storie come queste, che purtroppo raramente hanno un lieto fine».
Vanessa Guidi, medico di bordo sulla Mare Jonio, tiene a ringraziare «chi mette a disposizione la propria arte per denunciare le violazioni sistematiche del diritto alla libertà di movimento e del principio di umanità nel nostro mare». “Diplomatico e il Collettivo Ninco Nanco scelgono di usare il linguaggio universale della musica per raccontare e sensibilizzare il loro pubblico verso il dramma di migliaia di persone che sono costrette a rischiare – e spesso perdere- la vita nel Mediterraneo, a causa di un’Europa che si chiude sempre di più all’interno di muri e filo spinato”, conclude la dottoressa.
Questa canzone non è solo una traccia musicale, ma un viaggio attraverso le acque agitate della speranza e della disperazione, in cui ogni onda rappresenta una vita in bilico, una storia che merita di essere ascoltata.
Cos’è il Diplomatico e il collettivo Ninco Nanco
Il progetto artistico nasce nel 2018 a Venezia in una casa di giovani fuorisede. Diplomatico e il collettivo Ninco Nanco è composto da Giovanni Favaro, Luca De Toni, Carlo Stocchi, Michele Tedesco e dal cantautore tarantino Francesco Scatigna che musica i testi del Diplomatico, e la cui musica è influenzata da sonorità provenienti dal Sud Italia, dalla musica funk e più in generale dalla World Music. Due dischi all’attivo, Ho visto il mondo (2019) e Troppe Parole (2022), che hanno portato il gruppo a suonare in tutta Italia su palchi come Sherwood Festival (Pd), Suoni di Marca (Tv), Suoni Universitari (Tn), Stella Rossa – Festa dell’Arci (Fi), Cchiù Fa Notte e Cchiù Fa Forte (Fg), Festival Dell’Aspide (Sa), Birra and Sound (Le). A gennaio 2023 si sono esibiti alla finale della XXI edizione del Premio Fabrizio De Andrè all’Auditorium della Musica a Roma.
Testo: Per prima cosa vorrei ringraziare i viaggiatori perché si sentono piccoli vestiti di vento e colori se me lo concedi vorrei ringraziare anche quelli perduti nelle vene del mondo troveranno il momento perfetto. Vi chiedo scusa del tempo perduto ma come posso non ringraziare il mio furetto che dopo una vita è ritornato a raccontare le storie di pochi che dondolano dentro gusci di noci dentro un mare di sogni e però, mi ha raccontato anche di lei amazzone in fuga da tutte le regole e dai vostri dei. U sole ca ste’ pe rivá U sole ca ste’ pe rivá U sole ca ste’ pe rivá U sole Alle porte del paradiso ho conosciuto un’anima blu era lo specchio del suo sorriso che ormai non c’è più. Alle porte del Paradiso ho conosciuto un’anima nera gli occhi come finestre rotte nella notte sulla scogliera. U sole ca ste’ pe rivá U sole ca ste’ pe rivá U sole ca ste’ pe rivá U sole La morte e la vita cumbà è na regola sola lu viento ha chiamato sctanotte condannato a cercà brindamo alla vita cumbà che la notte s more brindamo a ci cerca e no trova condannato a cercà. Davvero scusa se chiederò aiuto ma come posso non ringraziare il mio furetto che dopo una vita è ritornato a raccontare le storie di pochi che dondolano dentro gusci di noci dentro un mare di forse e però. Mi ha raccontato anche di lei amazzone ridi perché da domani cadranno gli dei. U sole ca ste’ pe rivá U sole ca ste’ pe rivá U sole ca ste’ pe rivá U sole Alle porte del Paradiso ho conosciuto un’anima blu ha regalato l’ultimo respiro al deserto del Sud. Alle porte del Paradiso ho conosciuto un’anima nera gli occhi come finestre rotte nella notte sulla scogliera. U sole ca ste’ pe rivá U sole ca ste’ pe rivá U sole ca ste’ pe rivá U sole
CREDITS NETTUNO
Testo: Francesco Scatigna
Musica: Francesco Scatigna, Luca De Toni, Michele Tedesco, Giovanni Favaro
voce. Francesco Scatigna
chitarre: Luca De Toni
basso: Luca De Toni
tastiere: Daniel Mastrovito
batteria: Michele Tedesco
Foto di copertina: Enrico Di Giacomo