L’antica tradizione del “Pagghiaru”. Il vincitore è Giosuè Di Stefano
L’evento principale dell'Epifania è la tradizionale celebrazione de “U Pagghiaru”. Questa manifestazione, simbolo distintivo del quartiere di Bordonaro, si è tenuta anche quest’anno, concludendo le festività natalizie. Come da tradizione, è stato allestito un albero della cuccagna, simbolo di benessere e prosperità per la nuova stagione, che richiama nella sua forma conica la capanna della Natività. L’albero, costituito da un palo fatto con rami di castagno assemblati, è stato ricoperto da fronde di acacia e decorato con ciambelle di pane e agrumi.
Numerosi partecipanti si sono cimentati nella scalata, il momento più atteso ed emozionante. Davanti a una folla di centinaia di persone, il vincitore è stato Giosuè Di Stefano, che è riuscito per primo a raggiungere la cima e conquistare l’ambito premio.
Tra i presenti c'era anche il sindaco Federico Basile, il quale ha espresso gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito al successo dell'evento.
E bisogna ricordare che la festa de “U Pagghiaru” di Bordonaro è stata inserita nel Registro delle eredità immateriali della Regione Siciliana. La richiesta era stata inoltrata tempo addietro dal sindaco di Messina Federico Basile, d’intesa con gli assessori alle Tradizioni popolari Enzo Caruso e ai Rapporti con le circoscrizioni Massimiliano Minutoli. E la Soprintendenza ai Beni culturali di Messina, diretta da Mirella Vinci, aveva espresso parere favorevole e trasmesso gli atti alla competente Commissione dell’assessorato regionale e al Dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana.
“U Pagghiaru”, antica festa popolare legata al mondo agricolo, fu introdotta dai Padri Basiliani che portarono dall’Armenia l’uso di festeggiare con riti solenni, celebrati sotto un grande albero a forma di capanna, il giorno del Battesimo del Signore. Ancora oggi, ogni anno, il giorno dell’Epifania nel villaggio di Bordonaro, la comunità messinese si ritrova intorno al suo “Albero della cuccagna”.
“U Pagghiaru” è una delle tradizioni più antiche della città. La sua origine risale all’XI secolo, quando i Padri Basiliani giunsero in Sicilia al seguito dei Normanni.
I rami di castagno vengono raccolti appositamente sui Colli Sarrizzo e vengono assemblati con l’antica tecnica dei cestai per dar forma allo scheletro. Pur rivisto in chiave cattolica, con balli tipici siciliani e la pantomima del “Cavadduzzu e l’omu sarbaggiu”, il rito affonda le sue radici in rituali precristiani volti a favorire la fecondità della terra. E l’attaccamento alla terra è anche racchiuso nel nome di “Bordonaro” che deriva dal termine latino “burdonarius”, “mulattiere”, “colui che conduce bestie da soma”. La caratteristica di queste bestie era, infatti, quella di avere il “burdùni”, il contenitore dove venivano trasportati i prodotti della terra. E uno degli aspetti più belli di questa festa è l’unione tra i valori della tradizione e il coinvolgimento delle nuove generazioni.