6 Novembre 2024 Giudiziaria

Il femminicidio di Lorena Quaranta a Messina: il ministro Nordio acquisisce gli atti

Lo scorso 30 luglio 2024, a seguito dell'annullamento da parte della Corte Suprema di Cassazione della sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Messina di condanna all'ergastolo nei confronti di Antonio Pace per il femminicidio di Lorena Quaranta, la senatrice Dafne Musolino ha interrogato il Ministro della Giustizia ponendogli tre specifici quesiti. "La sentenza della Corte di Cassazione aveva sollevato sentimenti di incredulità e sfiducia nella giustizia nella parte in cui, secondo le notizie veicolate anche dalla stampa - scrive la senatrice -  era stato disposto l'annullamento della condanna all'ergastolo per avere la Corte d'Assise d'Appello omesso di tenere conto delle condizioni psicologiche derivanti dal timore di contrarre il COVID da parte del De Pace ai fini del riconoscimento delle attenuanti generiche".

“Il timore, pertanto, che si potesse fare strada un orientamento giurisprudenziale tramite il quale possano fare ingresso nei giudizi per femminicidio il riconoscimento delle attenuanti generiche "causa COVID" mi hanno motivato ad assumere una specifica iniziativa parlamentare presentando l'interrogazione che si trasmette”, continua in una nota la Senatrice di Italia Viva Dafne Musolino.

Con insolita celerità, considerati i tempi medi di risposta alle interrogazioni parlamentari – sottolinea la Senatrice Musolino - il Ministro della Giustizia mi risposto con una nota del 10/10/2024 che mi è stata consegnata alla mia casella di posta nell'ultima settimana di ottobre. Nel trasmettere la risposta del Ministro Nordio, al cui contenuto si fa integrale riferimento, esprimo la mia personale soddisfazione per le risposte fornite dal Ministro che ha mostrato di avere voluto innanzitutto approfondire specificatamente la questione, acquisendo una relazione dal Consigliere designato presso la Corte d'Assise d'Appello di Reggio Calabria per comprendere le ragioni della sentenza di annullamento”.

Il ministro inoltre – sottolinea la senatrice di Italia Viva - ha dato prova di una grande sensibilità sul tema della formazione dei magistrati chiamati a pronunciarsi sui reati di violenza di genere, impegnandosi ad elaborare specifiche linee guida per la formazionedegli stessi con il fine di evitare l'odioso fenomeno della vittimizzazione secondaria e, al contempo, garantire un livello di preparazione del corpo magistratuale che sia "in grado di farsi interprete di una società matura, che ripugna un simile fenomeno e riconosce i valore supremo del rispetto della dignità delle vittime e della tutela dei loro diritti, e ciò a prescindere dalla composizione di genere del collegio stesso". “In ultimo, particolarmente rilevante dal punto di vista politico, è la dichiarazione finale con la quale il Ministro, rispondendo ad un mio specifico quesito, ha confermato la volontà di introdurre i test e i colloqui psico-attitudinali tra le prove alle quali saranno chiamati a sottoporsi gli aspiranti candidati del concorso a magistrato ordinario ‘volti a verificare l'assenza di condizioni di inidoneità alla funzione giudiziaria nei termini che saranno definiti, nell'esercizio delle sue prerogative di Organo di autogoverno, dal Consiglio superiore della magistratura’ “ conclude la Senatrice Musolino.