5 Novembre 2024 Politica e Sindacato

I comitati del no: “Il ponte poggia su faglie attive, ecco i documenti che smentiscono la Stretto”

E’ cominciato il conto alla rovescia per il Ponte sullo Stretto nel vivo dell’esame di impatto ambientale dopo la consegna il 12 settembre scorso dei documenti integrativi alla Commissione Via Vas del ministero dell’Ambiente, come chiesto dal dicastero guidato da Gilberto Pichetto Fratin ad aprile 2024 con un lungo elenco di elementi da chiarire per la realizzazione dell’opera.

Un esame che dove concludersi entro 60 giorni, vale a dire martedì 12 novembre. ma anche in queste settimane, oltre alle richieste del Mase, il dossier si è arricchito di nuovi elementi per rispondere ai quesiti del ministero della Cultura e alle osservazioni presentate dal pubblico e dalle associazioni.

A tenere banco la disputa che si è innescata sulla questione faglie con botte e risposte tra i fautori del no e i sostenitori dell’opera. Le analisi di ingegneri e geologi ne individuano cinque sulla sponda calabrese che in vari allegati vengono segnalati come attive e capaci. Un allarme quello dei comitati arrivato anche in Parlamento nonostante le rassicurazioni della società Stretto di Messina Spa.

E ora i comitati tornano all’attacco. Rispolverando documenti che mostrano come le preoccupazioni non siano fondate sul nulla. Uno dei documenti è la mappa PB0010_F0 già nel faldone del 2011 e tornato nelle integrazioni presentate il 12 settembre scorso e che siano “già note, censite e monitorate”, come ha spiegato la Stretto di Messina e il ministro Matteo Salvini, non rassicura per nulla gli oppositori.

Secondo la società di Pietro Ciucci risulta anche “rispettato quanto richiesto dalle linee-guida del Dipartimento della protezione civile per la gestione del territorio, in aree interessate da faglie attive e capaci”. Ma secondo i comitati, a smentire queste affermazioni è lo stesso progetto. “Basta guardare il disegno n. PB0010_F0 del PD 2011 emesso da SdM ed Eurolink che mostra, adiacente e sottostante alla fondazione del pilone lato Calabria, una faglia segnalata in rosso come certa”, si legge in una nota di Invece del Ponte.

“Dal disegno – continuano i rappresentanti dell’associazione – si evince una distanza di circa 30 metri tra la faglia e il pilone, quando le Linee-guida della Protezione Civile definiscono l’impossibilità di costruire in una zona a cavallo di 160 metri dalla faglia, e lo stesso disegno mostra il movimento della stessa, verso il mare. Anche l’aggiornamento di progetto, col disegno AMW-3010 del 12/09/2024 conferma che il pilone si trova in area di attenzione, suscettibilità e rispetto “faglie attive e capaci” (Database Ithaca e Faglie da cartografia di progetto). Nei disegni del progetto troviamo dunque faglie indicate come certe, attive e capaci, delle quali una passa a circa 30 metri dal pilone, rientrando (come da relazione del Comune di Villa S. Giovanni) nelle aree di inedificabilità a cavallo della faglia definite dalle Protezione Civile: “Zona di Rispetto” (60 mt)/“Zona di Suscettibilità” (160 mt). Il progetto smentisce il Ministro; non appare infatti vero che: “Risulta rispettato quanto richiesto dalle linee-guida del Dipartimento della protezione civile per la gestione del territorio, in aree interessate da faglie attive e capaci”. Il progetto, quindi, non è approvabile. Elementare, Watson!”