Michele Ainis: “Lo statuto 5S va semplificato. E il Garante non è infallibile”
Di Luca De Carolis - La premessa è sentita, quindi scandita più volte: “Io non sono interessato a prendere le parti di qualcuno, che sia Giuseppe Conte piuttosto che Beppe Grillo, sono stato invitato a partecipare solo in qualità di esperto”.
Ma Michele Ainis, costituzionalista, docente emerito di Diritto pubblico presso l’Università Roma Tre, offre comunque spunti e osservazioni di peso sull’assemblea costituente dei Cinque Stelle, a cui ha contribuito (“ma non ci legga significati politici dietro”). Per il simil-congresso del Movimento ha redatto un allegato alla guida alla discussione, che inizia con poche ma incisive sillabe sul metodo da seguire: “Va sempre privilegiata un’interpretazione costituzionalmente orientata. E dunque, fra due interpretazioni in conflitto delle norme statutarie, occorre propendere per quella più coerente con i principi costituzionali, tanto più se recepiti e ribaditi dallo statuto e dal codice etico”. Tradotto: le norme di carattere generale prevalgono sempre su orientamenti e necessità dei singoli.
Sabato Ainis è intervenuto per pochi minuti al confronto tra i 330 sorteggiati – ripartiti in tavoli – su un punto caldissimo, quello relativo allo Statuto. Dentro il testo ci sono le norme che regolano i poteri del presidente (Conte) e del garante (Grillo), nonché del comitato di garanzia – ufficialmente il contrappeso ai due vertici – quello composto da Roberto Fico, Virginia Raggi e Laura Bottici, ex senatrice. A quanto risulta al Fatto, la discussione sui poteri del garante è stata particolarmente vivace. Con una forte spinta a dare quantomeno una scadenza alla carica di Grillo, oggi vitalizia.
Sul punto Ainis non fornisce delucidazioni: “Ho partecipato per poco, sarebbe improprio che ne parlassi”. Però spiega cosa ha riscontrato studiando le regole dei Cinque Stelle, partendo dallo Statuto: “Il testo prevede cinque procedure differenti per cambiare le norme, da quelle per modificare lo statuto a quelle per cambiare il codice etico. Francamente, è un sistema un po’ farraginoso, per un testo che di fatto è la Costituzione di un partito. Una cura semplificante potrebbe essere utile, perché la chiarezza è sempre amica dei processi democratici”. Nelle infinite sfumature per modificare le leggi a 5Stelle c’entra moltissimo la difficile mediazione a cui arrivarono a suo tempo Conte e Grillo, che proprio sullo Statuto nell’estate del 2021 arrivarono a un passo dalla rottura e dalla possibile scissione (contiana, in quel caso).
Da lì derivano i grandi poteri che si è riservato il garante, cioè Grillo, che ha “il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme statutarie”. Troppo, professore? Ainis abbozza un sorriso: “Be’, neanche il Papa è infallibile, e poi tutto è sindacabile”. Non solo. “C’è una relazione un po’ troppo stretta tra il garante e il comitato di garanzia, visto che i tre membri sono scelti da una rosa di sei nomi da lui proposta. Proseguendo, è previsto che sia il presidente del comitato di garanzia a fissare la convocare e fissare l’ordine del giorno dei lavori, ma sempre sentito il garante. E poi è una carica a vita: un esempio analogo lo si trova solo con i giudici della Corte suprema statunitense”. Sono norme che lei cambierebbe, insomma… Ainis suona una nota diversa: “A decidere nel merito saranno gli iscritti. Posso dire che il Movimento sta conducendo un processo a mio avviso positivo, che non credo altri partiti abbiano mai fatto”. Perché positivo? “Innanzitutto per il livello di partecipazione, visto che in via telematica sono arrivate oltre 22mila proposte, di cui 8mila solo sullo statuto e sul codice etico, quello che racchiude la regola sui due mandati. E poi perché può essere un modo per dare attuazione all’articolo 49 della Costituzione, secondo cui ‘tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. E il punto, ovviamente, è il “metodo democratico”.
Ma dove può portare la Costituente dei Cinque Stelle? Il professore sostiene: “Non so, ma l’importante è spersonalizzare. Bisogna agire sulle norme e non su chi le vuole. Dopodiché i partiti sono come i corpi delle persone: cambiano con gli anni, è fisiologico”. Come e quanto cambierà il Movimento, lo si capirà da qui a poco di più un mese, con l’assemblea del 23 e 24 novembre a Roma, e le successive votazioni sul web. Comunque vada, uno snodo per il Movimento che voleva essere liquido e ora discute su quanto farsi concreto.