L'inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, ha svelato un sistema organizzato dalle tre imprese aggiudicatarie dei servizi di raccolta rifiuti in alcuni comuni della provincia. Secondo le indagini, tali imprese avrebbero aggirato le normative ambientali e i requisiti del capitolato d'appalto per ridurre significativamente i costi aziendali. In particolare, sono emerse pratiche di pesatura fittizia dei rifiuti, falsificazione di documenti di trasporto e miscelazione illecita di diverse tipologie di rifiuti, compresi quelli pericolosi, violando l'obbligo di separazione e di corretta gestione. Questo modus operandi avrebbe consentito loro di risparmiare sui costi di trasporto e di apparire in regola con gli standard richiesti per la raccolta differenziata, grazie alla documentazione falsificata.
È stata così accertata un'illecita miscelazione di rifiuti per oltre 55 tonnellate di rifiuti.
Le indagini, già in corso dal 2021 e 2022, avevano portato al sequestro preventivo di alcuni Centri Comunali di Raccolta e isole ecologiche, dove erano state riscontrate numerose irregolarità. Recentemente, i complessi aziendali e le quote sociali delle tre imprese sono stati sequestrati, ma per garantire la continuità del servizio di raccolta rifiuti nei comuni coinvolti, le imprese potranno operare sotto la guida di un amministratore giudiziario.