16 Ottobre 2024 Giudiziaria

Calcio Padova, dopo la condanna di Liguori un altro giocatore è accusato di stupro. E’ Carmine Cretella, imputato a Messina

Sono due calciatori del Padova, sono entrambi protagonisti nella squadra che sta dominando la serie C e sono arrivati assieme nell’estate 2022. L’attaccante Michael Liguori e il centrocampista Carmine Cretella (in foto), però, in comune hanno anche altro: una pesante accusa di violenza sessuale ai danni di una minore. Entrambi sono finiti a processo per due fatti distinti capitati rispettivamente in provincia di Teramo nel 2018 e a Messina nel 2020. Liguori è appena stato condannato in primo grado a tre anni e quattro mesi mentre Cretella è stato rinviato a giudizio e il procedimento è ancora in corso (il processo è iniziato il 18 maggio 2022)

LA CONDANNA PER LIGUORI.

«Avevo detto di no». Sono passati sei anni da quella violenza, il tempo le è servito per superare il trauma, «oggi non vuole più parlare di quel giorno, né lei né la sua famiglia» dice il suo avvocato. Ma quel «no», inascoltato dal ragazzo che ha abusato di lei, è stato sentito dai giudici di primo grado del tribunale di Teramo, che l’hanno condannato a tre anni e quattro mesi. A parlare per lei oggi sono le carte del processo. Lui si chiama Michael Liguori è un calciatore, centravanti del Padova, marchigiano di San Benedetto del Tronto, aveva 19 anni quando la sera del 5 luglio 2018 ad Alba Adriatica, in Abruzzo, mise gli occhi su una ragazzina che ne aveva appena 14, facendo sesso con lei senza il suo consenso. L’ha presa per i capelli e l’ha costretta, questo dice il capo di imputazione: «Essendosi trovato solo con la ragazza appena presentatagli e conducendo la minore in una zona isolata, con violenza consistita nell’afferrare con forza la testa del ragazza spingendola contro il proprio membro la costringeva ad un rapporto orale». Le carte poi, con parole crude che risparmiamo ai lettori, spiegano come le abbia abbassato gli slip con la forza e come abbia tentato di farle violenza, non riuscendoci perché lei si rifiutava.

L'appuntamento e le (presunte) violenze
La quattordicenne era giunta all’appuntamento con una coetanea che in un parco acquatico il giorno prima aveva conosciuto Andrea Perozzi, amico di Liguori, diciottenne all’epoca dei fatti e anche lui calciatore, condannato alla stessa pena dell’amico. La difesa dice che i due avevano avuto un rapporto nei bagni del parco acquatico, una circostanza negata strenuamente dalla vittima. I due si erano accordati per vedersi il giorno dopo, e lui le aveva chiesto di portare anche un’amica per Liguori. L’appuntamento era stato fissato prima sul lungomare di Alba Adriatica, poi le due ricevono una telefonata: «Andate alla stazione di Alba Adriatica, ci vediamo lì». I due ragazzi prima vanno a cena insieme e poi raggiungono le due minorenni che li aspettano per oltre un’ora. Perozzi e Liguori prendono per mano le ragazze e si dividono in due sottopassi. E lì inizia la violenza. Perozzi si apparta con la ragazzina di 15 anni, si abbassa i pantaloni nonostante la reticenza di lei, e non si ferma nemmeno quando la minore, costretta a un rapporto orale, lo morde chiedendo di smetterla. Poco lontano Liguori è con l’altra ragazza. Le due giovani sconvolte, si ritrovano appena i due se ne vanno. E corrono subito prima a lavarsi in un bagno di un locale vicino e poi dai carabinieri.

Processo e condanna
La notte stessa scatta il «codice rosa», un accesso particolare al pronto soccorso per le vittime di violenza sessuale. Degli esiti delle analisi e degli accertamenti medici si parlerà a lungo in aula. La procura non chiede misure cautelari, i due ragazzi neanche sanno della denuncia. Si vedranno al processo che si svolge a porte aperte. A difendere i due calciatori è l’avvocato Mauro Gionni, che aveva difeso la famiglia di Melania Rea contro il suo omicida Salvatore Parolisi. Le due ragazze verranno sentite in aula, parleranno dietro a un paravento. «Avevo detto no, è andato avanti lo stesso» dice la vittima di Liguori. Il calciatore che oggi gioca a Padova dice: «Il mio amico mi aveva detto che quella era una ragazza spinta», facendo capire a tutti di averla considerata una ragazza «facile». La procura chiede tre anni e 4 mesi, riconoscendo ai due le attenuanti generiche. Giovedì scorso la sentenza: «Colpevoli».

I difensori delle parti civili
«La mia assistita oggi ha 21 anni e non vuole pubblicità - spiega l’avvocato Franco Patella - voleva solo che arrivasse questa condanna per stabilire la verità di quella notte, sappiamo che Liguori continua a giocare, la società non aveva alcun obbligo di sospenderlo, del resto questa è una sentenza di primo grado, certo ci saremmo aspettati dal Calcio Padova una sensibilità diversa, nessuno ha detto “ci dispiace”, nessuno ha pensato alle vittime». «Le due ragazze hanno sentito questo processo come infinitamente lungo e pesante, anche la mia assistita non ne vuole parlare, è stato tutto molto doloroso per loro - spiega l’avvocato Simona Fiorenza, che ha difeso l’altra giovane - mi aspettavo che a distanza di molti anni i due capissero, ma ancora continuano a negare, quanto al Calcio Padova speravo che arrivasse un po’ di attenzione per le vittime». L’avvocato difensore Mauro Gionni ha preannunciato di voler fare ricorso dopo aver letto le motivazioni della sentenza. I due imputati continuano a proclamarsi innocenti.

LE ACCUSE AL'EX DEL MESSINA CARMINE CRETELLA

(articolo di giugno 2021) - di Enrico Di Giacomo - Sono gravissime le accuse nei confronti di due calciatori dell'Acr Messina, beniamini della domenica del pubblico dello stadio Franco Scoglio. Sono accusati di avere usato violenza nei confronti di una ragazzina poco più che quattordicenne. Il sostituto procuratore della Procura di Messina Roberta La Speme ha messo nero su bianco l'atto d'accusa a carico dei diciottenni Clemente Crisci (attualmente gioca nella squadra siciliana del Ragusa in Serie D, ndr) e Carmine Cretella. L'inchiesta era stata aperta dopo la denuncia presentata dal padre della ragazza quattordicenne.

La giovane, di appena 14 anni, difesa dall'avvocato Domenico Andrè, ha raccontato sconvolta ai carabinieri le presunte violenze che avrebbe subito nel mese di novembre del 2020 a casa di uno dei due giovani, nella zona sud della città.

Ha denunciato di essere stata costretta a subire dal diciottenne Clemente Crisci, e da un'altra persona rimasta ignota, un rapporto orale, dopo che "con violenza, le avrebbero impedito di uscire dalla stanza dove si trovavano".

La giovane ha poi accusato il compagno di squadra di Crisci, Carmine Cretella che, "con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso e commesse anche in tempi diversi, con violenza, consistita nel compiere gesti fulminei e repentini, palpeggiava il fondoschiena della ragazzina".

Nell'aprile scorso il sostituto procuratore Roberta La Speme ha chiuso le indagini e ha messo gli atti a disposizione della difesa degli indagati che hanno ricevuto, come da prassi, un avviso di garanzia. Adesso, quindi, i ragazzi potranno chiedere di essere ascoltati per raccontare al magistrato la loro versione dei fatti.

CHI SONO

Clemente Crisci, originario di Maddalena, in provincia di Caserta, è un centrocampista dell'Acr Messina, proveniente in prestito dalle giovanili della Salernitana. Giovane di talento, cresciuto nell'Oasi Sanfeliciana, si è messo in evidenza nei campionati under 18 regionali dove ha vinto per due anni il titolo di capocannoniere. Il suo compagno di squadra, Carmine Cretella è stato tesserato dall'Acr Messina nel settembre dello scorso anno. Mezzala, è cresciuto nel settore giovanile del Napoli. Nel suo curriculum anche la convocazione del C.T. Antonio Rocca per il tradizionale Torneo di Natale under 15.