Il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia: Beni confiscati, patrimonio a perdere
In Sicilia c'è la metà dei beni confiscati italiani, osserva il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, «e quindi c'è un problema di grande massa e c'è un’agenzia nazionale per i beni confiscati che lavora ma che non ha le risorse che dovrebbe avere, proprio in considerazione di quella grande massa di beni che deve amministrare».
Parlando delle criticità nella gestione dei beni confiscati, con i giornalisti, a margine del Terzo forum sui beni confiscati a Napoli, De Lucia evidenzia che i tempi non particolarmente veloci nella gestione e dell’affidamento di questi beni».
Ciò che va fatto, «intanto, è continuare nel lavoro che abbiamo sempre fatto, perché la repressione del crimine organizzato è soprattutto sottrazione di beni al crimine organizzato, dopodiché tutto quello che serve per la parte ulteriore, virtuosa, di questo meccanismo, cioè la restituzione di questi beni alla società civile in tutte le forme nelle quali è possibile, deve essere accelerato».
Il capo dell’ufficio inquirente palermitano sottolinea la necessità di avere «meccanismi rapidi e trasparenti di assegnazione dei beni e valorizzazione dei beni, in un contesto che sia quello di creare opportunità di lavoro, di crescita culturale, per terre che sono state ferite dalle mafie e che si possono risanare anche attraverso queste strutture».