Alessandro Russo su Atm: “Premi a sei dipendenti da sospendere e uso dell’auto aziendale da chiarire”
MESSINA – “Premi aziendali a sei dipendenti da parte di Atm. 10mila euro ciascuno per obiettivi che, a quanto si può leggere, non erano ancora stati raggiunti. Premi da corrispondere invece a partire dalla data di assegnazione degli obiettivi, l’anno precedente, secondo le linee guida. Ora si chiede di sospenderli al fine di poterli far rientrare nella corretta logica della misurazione finale dei risultati prima di procedere all’assegnazione del premio”. Alessandro Russo, consigliere comunale del Partito democratico, scrive una nota al presidente di Atm Giuseppe Campagna e al direttore generale Claudio Iozzi. E pretende chiarimenti. Già a luglio, con polemiche su un presunto “cerchio magico”, c’era stato un botta e risposta tra Russo e Campagna sui premi ai sei dipendenti.
Nello stesso tempo, con il capogruppo del Pd Felice Calabrò, Russo ha invocato la convocazione dei vertici di Arm in Commissione, a Palazzo Zanca, chiedendo verifiche “sull’utilizzo dell’auto aziendale, tra regolamenti, direttive e fogli di marcia delle automobili”.
Ma torniamo al caso dei premi. Il consigliere del Pd fa riferimento alla nota di protocollo di riscontro alla richiesta di accesso agli atti del 18 luglio. E, in merito alla risposta del direttore generale, esprime perplessità sulle “valutazioni periodiche soggettive del comportamento”. Per Russo, “dall’esame delle carte prodotte, l’Azienda ha evidentemente agito esattamente ribaltando la logica della corretta gestione aziendale”.
In sostanza, il consigliere contesta la risposta che “la regolamentazione individuale della premialità è fattispecie circoscritta alle prerogative della valutazione societaria”. Per l’esponente del Pd, “tale argomentazione suscita forte perplessità poiché, proprio per la natura individuale di una simile premialità, gli obiettivi e gli indicatori della performance devono essere individuati espressamente e con criteri di misurazione riscontrabili e non generici in tutte le fasi del ciclo della performance. Dalla individuazione iniziale degli obiettivi fino alla valutazione finale dei risultati raggiunti. Questa logica, del resto, è insita nella stessa funzione della normativa”.In sostanza, il consigliere vede il rischio di un uso discrezionale, nell’assegnazione dei premi, da parte della società. E scrive: “La logica della gratificazione economica è sicuramente valida e condivisibile ma a seguito di una valutazione sui risultati finali, così come il criterio logico della “performance”, che pure è stato poco propriamente utilizzato dall’Azienda per giustificare gratificazioni precedenti alla valutazione dei risultati, pure prevederebbe. Dubbi ulteriori sollevano le rendicontazioni degli obiettivi raggiunti: estremamente generiche, non consentono di andare oltre un generico burocratese che non fa comprendere — con dati numerici e riscontrabili — se gli obiettivi dati siano effettivamente stati raggiunti. E dubbi seri, infine, suscitano scelte aziendali che, nell’individuare gratifiche economiche ingenti, non approfondiscano in fase iniziale sia gli obiettivi da raggiungere che le modalità di misurazione del raggiungimento finale”.