L’avv. Fabio Repici dopo la sentenza Agostino: ”Si inizia a colmare lacuna su fatti di mafia ed apparati”
di Aaron Pettinari - Con la sentenza del processo sull'omicidio Agostino-Castelluccio e la condanna del boss dell'Arenella Gaetano Scotto "si comincia a colmare una lacuna gigantesca che c'era finora stata nella ricostruzione di fatti di mafia e di apparati istituzionali dei decenni degli anni Ottanta e novanta. L'omicidio Agostino è il precipitato del fallito attentato a Giovanni Falcone all'Addaura ed è la premessa dei fatti che portarono alle stragi del 1992".
Ne è convinto l'avvocato Fabio Repici, legale dei familiari di Agostino che ieri, dopo 35 anni, hanno ottenuto un pezzo in più di verità e giustizia sulla morte dei propri congiunti.
La sentenza emessa dalla Corte d'assise di Palermo, giunta dopo 4 anni di processo, può aprire davvero a nuovi spiragli per comprendere fatti che spesso vengono dimenticati.
"Sono degli spudorati mistificatori coloro che sostengono che la storia debba essere sottratta alla giurisdizione - prosegue Repici commentando la sentenza - Come se fare processi per fatti così gravi possano essere ricostruiti senza comprendere le dinamiche del potere deviato che ha fatto la storia di questo Paese anche nelle sue pagine più oscure".
La pretesa di verità deve venire da più parti. Anche per questo il legale si è poi appellato alla Commissione Parlamentare antimafia ("Non si possono fare falsificazioni della storia sulla scorta di ondate di revisionismo e negazionismo che tendono a fare assoluzioni delle responsabilità di organi istituzionali che hanno segnato il destino di questa nazione") ed alla Procura nazionale antimafia, nella persona del Procuratore capo, Giovanni Melillo.
"Quell'ufficio - ha detto Repici - deve essere un organo giurisdizionale che si prenda la responsabilità di supportare quei magistrati che, come è successo alla Procura generale di Palermo per il processo Agostino, come a Bologna per la Procura generale e il processo sulla strage alla stazione, come è successo a Reggio Calabria per il processo 'Ndrangheta stragista, hanno avuto il coraggio di prendersi oneri pesanti per accertare fatti gravissimi della nostra storia. La sentenza di oggi dovrebbe indurre tutti, dalle istituzioni più alte, a comprendere che un Paese che rinuncia a fare ogni sforzo per ottenere verità sarà sempre un Paese orfano di giustizia".