19 Settembre 2024 Giudiziaria

Operazione ‘Indennizzo’: Truffa alle compagnie assicurative. Decisa soltanto una condanna. Due anni e mezzo di reclusione inflitti a Marco Coniglio

A 11 anni esatti dall’operazione “Indennizzo”, il cui procedimento giudiziario risale al 2010, portata a termine dai carabinieri della Compagnia di Barcellona all’alba del 12 settembre 2013, sulle truffe subite dalle compagnie assicuratrici, i giudici del Tribunale di Barcellona, presidente Antonino Orifici, componenti i giudici Noemi Genovese e Mariacristina Polimeni, hanno pronunciato la sentenza di primo grado nell’ultimo stralcio del processo in cui figuravano 21 imputati e con la quale è stato condannato solo il barcellonese Marco Coniglio. Dichiarate prescritte le posizioni di 18 tra imputati e imputate. Dichiarazione di assoluzione per due donne. Le uniche due – su 21 imputati superstiti – assolte nel merito sono state Elisabetta Sidoti e Anna Maria Campanella, dal reato di aver fatto parte di un’associazione finalizzata alle truffe, «per non aver commesso il fatto». Le assoluzioni nel merito sono state decise con la formula dubitativa, perché nel dibattimento non sono state raggiunte le prove della loro colpevolezza.

Il Tribunale ha invece dichiarato di non doversi procedere perché nel frattempo è intervenuta la prescrizione dei reati, sia associativi che reati fine, nei confronti dell’avvocato Antonino Carlo Zarcone, di Giovanni D’Angelo, Caterina Mento, Filippo Parisi, Federico Materia, Carmelo Benenati, Filippo Reale, quest’ultimo considerato l’iniziale ideatore dei metodi adottati per rappresentare i falsi sinistri. Prescrizione anche per l’avvocata Anna Maria Coppolino, per Antonino Bisognano, Cosimo Savona, Maria Grazia Tarantello, Antonino Luca Gambino, Massimiliano D’Angelo, Carlo Lo Bianco, Caterina Mannino, Antonino Conti Mita, Salvatore Genovese e Filippo Iannello (per quest’ultimo esclusa la recidiva contestata). Anche per Marco Coniglio, limitatamente ai delitti diversi da quello di cui al capo di accusa principale, riconosciuta la prescrizione. Infatti, il Tribunale lo ha giudicato responsabile del reato a lui ascritto al capo A, che riguarda il reato associativo, e ritenuta la recidiva contestata, lo ha condannato alla pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione, e al pagamento delle spese processuali.

Oltre alla pena detentiva, Coniglio è stato l’unico condannato al risarcimento dei danni patiti dalle parti civili costituite, le compagnie Hdi Assicurazioni spa, Unipol Assicurazioni spa, Ergo Assicurazioni spa, Assicurazioni Generali spa, Zurich Insurance Plc, Groupama Assicurazioni spa, Società Cattolica di assicurazioni soc. coop., Alleanza Toro assicurazioni spa, Allianz spa, Consap spa, Arca Assicurazioni, da liquidarsi in separata sede.

Coniglio è stato altresì condannato alla rifusione delle spese di giudizio sostenute dalle stesse parti civili, liquidate in 3.309 euro ciascuno, per compensi professionali oltre spese generali. Per gli imputati superstiti, già in precedenza erano state dichiarati prescritti altri reati fine. Nel processo originario, gli imputati complessivamente erano circa 120, numero poi assottigliato lo scorso anno, quando il Tribunale ha deciso di scremare il processo e dichiarare la prescrizione di numerosi reati fine per circa 90 imputati, comprese prescrizioni parziali in capo agli ultimi 21 imputati.

Diversa era stata la valutazione del pm Carlo Bray che aveva chiesto per tutti i 21 imputati, ritenendo non prescritto il reato associativo, la condanna a 4 anni ciascuno. Nel collegio di difesa gli avvocati Nino Aloisio, Tino Celi, Francesco Pellegrino e Giuseppe Lo Presti Vittorio La Torre, Carmelo Cicero, Maruzza Pino, Diego Lanza, Pinuccio Calabró, Rosella Alizzi, Carmen Zrcone, Gaetano Pino, Gabriella Caccamo e Tommaso Calderone. Fonte: Gazzetta del Sud