18 Settembre 2024 Cronaca di Messina e Provincia

MESSINA: Confiscati beni per 12 milioni di euro al commercialista Michele Nigrelli, coinvolto in numerosi procedimenti penali. Confiscati anche 350 mila euro al pregiudicato messinese Giovanni Arrigo

I decreti della sezione Misure di prevenzione sono stati adottati rispettivamente dai collegi presieduti dai giudici Domenico Armaleo e Massimiliano Micali, ed eseguiti il primo dagli investigatori della sezione della Direzione investigativa antimafia di Messina e il secondo dai carabinieri del Comando provinciale peloritano.

 

Nel­le ul­ti­me due set­ti­ma­ne, il Tri­bu­na­le di Mes­si­na, Se­zio­ne Mi­su­re di Pre­ven­zio­ne, ha adot­ta­to, su con­for­me ri­chie­sta del­la Pro­cu­ra, due prov­ve­di­men­ti di con­fi­sca di beni il­le­ci­ta­men­te ac­qui­si­ti, as­si­cu­ran­do alle "Cas­se del­lo Sta­to” l’im­por­to com­ples­si­vo di ol­tre 12 mi­lio­ni di Euro.

L’ag­gres­sio­ne ai pa­tri­mo­ni il­le­ci­ta­men­te ac­cu­mu­la­ti co­sti­tui­sce uno dei prin­ci­pa­li obiet­ti­vi per­se­gui­ti dalla Pro­cu­ra peloritana.

A tal fine, è sta­to crea­to il “Grup­po Mi­su­re di Pre­ven­zio­ne”, che trat­ta le mi­su­re di pre­ven­zio­ne or­di­na­rie e an­ti­ma­fia, com­pre­se quel­le pa­tri­mo­nia­li. In que­sto con­te­sto si col­lo­ca­no i due de­cre­ti di con­fi­sca di cui so­pra.

Nel pri­mo caso, la Di­re­zio­ne In­ve­sti­ga­ti­va An­ti­ma­fia ha ese­gui­to un prov­ve­di­men­to con cui è sta­to sot­to­po­sto a con­fi­sca di pre­ven­zio­ne l’in­gen­te pa­tri­mo­nio del noto commercialista messinese 63enne Michele Nigrelli, ope­ran­te nel­l’a­rea ne­broi­dea, coin­vol­to in nu­me­ro­si pro­ce­di­men­ti pe­na­li per truf­fa fi­na­liz­za­ta al con­se­gui­men­to di ero­ga­zio­ni pub­bli­che, rea­ti fi­sca­li, ri­ci­clag­gio e au­to­ri­ci­clag­gio.

Una mente economica raffinatissima, quella di Nigrelli, votata alle truffe seriali milionarie e in grande stile, per captare finanziamenti pubblici ed evadere sistematicamente il fisco. Che da Mistretta ha progressivamente allargato la sua sfera d’azione in Italia e all’estero. Fino ad arrivare solo per fare un esempio ad avere rapporti con una donna finita nei guai per bancarotta fraudolenta come amministratrice dell’impero di Wanna Marchi, e a quanto pare anche “imparentata” con il boss della Nuova camorra organizzata Raffaele Cutolo.

Da­gli atti giu­di­zia­ri è emer­so come il pre­ve­nu­to, sot­to­po­sto an­che alla sor­ve­glian­za spe­cia­le di P.S. per due anni con l’ob­bli­go di sog­gior­no nel co­mu­ne di re­si­den­za o di di­mo­ra abi­tua­le, ab­bia “da sem­pre stru­men­ta­liz­za­to la sua at­ti­vi­tà pro­fes­sio­na­le per la co­sti­tu­zio­ne di un si­ste­ma truf­fal­di­no fon­da­to sul­l’u­ti­liz­zo di sche­mi so­cie­ta­ri non cor­ri­spon­den­ti al dato rea­le, at­tra­ver­so i/ qua­le egli ha ri­vol­to a suo van­tag­gio con­si­sten­ti con­tri­bu­ti di na­tu­ra pub­bli­ca”, tra cui gli in­cen­ti­vi pre­vi­sti a fa­vo­re del­le at­ti­vi­tà pro­dut­ti­ve del­le aree de­pres­se, “così rea­liz­zan­do un im­po­nen­te ar­ric­chi­men­to per­so­na­le”.

La mi­su­ra abla­ti­va ri­guar­da nr. 9 im­pre­se ope­ran­ti nel cam­po del­l’as­si­sten­za fi­sca­le, del­l’as­si­sten­za agli an­zia­ni ed in quel­lo im­mo­bi­lia­re; nr. 7 ap­par­ta­men­ti; nr. 1 fab­bri­ca­to e nr. 17 ter­re­ni si­tua­ti nel­le pro­vin­ce di Mes­si­na e Pa­ler­mo; non­ché de­ci­ne di rap­por­ti fi­nan­zia­ri per un va­lo­re com­ples­si­vo di cir­ca 12 mi­lio­ni di euro.

Quella che riguarda il commercialista Nigrelli è una lunga indagine economico-finanziaria, che è stata coordinata dal procuratore aggiunto di Messina Vito Di Giorgio e dal sostituto della Dda peloritana Fabrizio Monaco, e che ha «documentato il reimpiego delle risorse finanziarie accumulate grazie a truffe per indebite percezioni di erogazioni pubbliche. Il professionista, radicato nel territorio dei Nebrodi, ha progressivamente esteso il suo raggio d’azione anche su scala nazionale ed estera». Disseminando poi i beni acquisiti tra parenti e prestanome. Con una evidente «sporporzione» tra le dichiarazioni dei redditi del nucleo familiare e il patrimonio posseduto.

Nel provvedimento di sequestro del gennaio 2023, i magistrati i magistrati delle misure di prevenzione di Messina scrivevano che Nigrelli «... sin dagli inizi degli anni 90 si è reso protagonista di plurime condotte truffaldine funzionali a drenare fraudolentemente ingenti somme di denaro provenienti da sovvenzioni pubbliche. L’odierno proposto è stato ripetutamente denunciato in stato di libertà per il reato di truffa finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche continuata in concorso».

E in un altro passaggio i giudici affermavano: «Appare sin qui evidente come la strumentalizzazione dell’attività di consulente fiscale del Nigrelli si sia estrinsecata, nel corso di circa un ventennio, nell’abusiva captazione di finanziamenti ed erogazioni pubbliche, reati che gli hanno consentito di conseguire ingenti profitti. A maggior riprova di quanto appena affermato appare necessario esaminare gli esiti dei plurimi procedimenti penali che in più occasioni hanno interessato l’odierno proposto, il suo nucleo familiare oltre ai soliti accoliti che nel corso degli anni lo hanno, a vario titolo, coadiuvato nelle condotte sin qui evidenziate».

IL SECONDO DECRETO DI CONFISCA RIGUARDA IL PREGIUDICATO MESSINESE GIOVANNI ARRIGO.

L’al­tro de­cre­to di con­fi­sca ha ri­guar­da­to beni ri­con­du­ci­bi­li al pre­giu­di­ca­to mes­si­ne­se 49enne Giovanni Arrigo, at­tual­men­te de­te­nu­to, il qua­le è sta­to sot­to­po­sto an­che alla mi­su­ra di pre­ven­zio­ne per­so­na­le del­la sor­ve­glian­za spe­cia­le di POS con ob­bli­go di sog­gior­no. Il prov­ve­di­men­to sca­tu­ri­sce da­gli ac­cer­ta­men­ti di ca­rat­te­re pa­tri­mo­nia­le svol­ti dai Ca­ra­bi­nie­ri del Nu­cleo In­ve­sti­ga­ti­vo di Mes­si­na, che han­no con­sen­ti­to di do­cu­men­ta­re come l’uo­mo, coin­vol­to in pas­sa­to in plu­ri­me vi­cen­de giu­di­zia­rie, aves­se ac­cu­mu­la­to, nel tem­po, un pa­tri­mo­nio ri­sul­ta­to spro­por­zio­na­to ri­spet­to ai red­di­ti di­chia­ra­ti da lui e dai suoi fa­mi­lia­ri

In par­ti­co­la­re, dal 1992 al 2018, Arrigo, nel­l’am­bi­to di di­ver­si pro­ce­di­men­ti pe­na­li, era sta­to con­dan­na­to con sen­ten­ze de­fi­ni­ti­ve per vari rea­ti, tra cui as­so­cia­zio­ne fi­na­liz­za­ta al traf­fi­co di stu­pe­fa­cen­ti, ra­pi­na, fur­to, le­sio­ni per­so­na­li e de­ten­zio­ne il­le­ga­le di armi. Per ul­ti­mo, il 30 apri­le 2021, l’uo­mo era sta­to ar­re­sta­to in fla­gran­za di rea­to per estor­sio­ne ag­gra­va­ta dal me­to­do ma­fio­so, nel­l’am­bi­to di un’in­da­gi­ne con­dot­ta dai Ca­ra­bi­nie­ri sot­to il coor­di­na­men­to di que­sta Di­re­zio­ne Di­stret­tua­le An­ti­ma­fia, ve­nen­do poi con­dan­na­to. Dal­le in­ve­sti­ga­zio­ni, av­via­te im­me­dia­ta­men­te dopo la de­nun­cia del­la vit­ti­ma, era emer­so che il Arrigo, a par­ti­re dal 2016, avreb­be co­stret­to, con ri­pe­tu­te ves­sa­zio­ni, mi­nac­ce e vio­len­ze, at­tua­te an­che con l’u­so di armi, un im­pren­di­to­re edi­le a cor­ri­spon­der­gli pe­rio­di­ca­men­te, a ti­to­lo estor­si­vo, di­ver­se som­me di de­na­ro, ri­chie­den­do­gli al­tre­sì, sen­za al­cun com­pen­so, i la­vo­ri per la co­stru­zio­ne di un fab­bri­ca­to ol­tre a nu­me­ro­se for­ni­tu­re di ma­te­ria­le edi­le.

La con­fi­sca ha ri­guar­da­to nr. 6 abi­ta­zio­ni e nr. 1 ter­re­no agri­co­lo, si­tua­ti a Mes­si­na, ol­tre a nr. 5 vei­co­li per un va­lo­re com­ples­si­vo sti­ma­to in cir­ca 350­mi­la euro.