L’autunno caldo dei No Ponte
Gli “Stati generali” dei “No Ponte” confermano che comitati, associazioni e partiti contrari alla grande infrastruttura sono pronti ad agire in ogni sede possibile per impedire ciò che, a loro avviso, comporterà un vero e proprio disastro per i territori interessati.
Quali saranno le prossime tappe della battaglia anti-Ponte? Se ne è discusso ieri, al Parco Horcynus Orca di Capo Peloro, nella giornata inaugurale della seconda edizione del Festival “Aunni Annari”, promosso dal Coordinamento “NoPonte”. All’assemblea hanno preso parte rappresentanti di una ventina di organizzazioni, messinesi e calabresi. Come l’hanno definita i promotori, «è un'importante occasione per fare il punto della situazione e per concordare le prossime tappe della lotta contro il progetto del Ponte sullo Stretto che vive la sua fase probabilmente decisiva». E, dunque, si preannunzia un autunno “caldo” su questo fronte.
All’iniziativa di ieri hanno aderito i Comitati “No Ponte Capo Peloro”, “Invece del Ponte”, “Spazio No Ponte”, “Nuvola rossa”, “Ti tengo Stretto”, “Csoa Cartella”. E ancora i responsabili di Anci, Arci, Wwf, Legambiente, Italia Nostra, Uisp, Zws, Cgil, “Universitari contro il Ponte”, “Docenti NoPonte”. E poi esponenti del Pd, del movimento Cinque Stelle, di Sinistra italiana, dei Verdie di +Europa. Tra questi, Tommaso Castronovo, presidente regionale di Legambiente Sicilia; Mauro Mangano, portavoce regionale di Europa Verde; Maria Stefania Marino, deputata del Pd; Pierpaolo Montalto, segretario regionale di Sinistra italiana; Antonio De Luca, capogruppo del M5S all’Ars; Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia.
«Per qualcuno le manifestazioni sul tema sono inutili e bisogna solo fare parlare i tecnici, ma non è cosi – ha evidenziato il deputato regionale Antonio De Luca -, proprio in questo mese Salvini aveva promesso la posa della prima pietra e le ruspe in azione, siamo al 24 agosto e nulla di tutto questo è successo grazie anche alle manifestazioni su tutto il territorio. La partecipazione democratica dei cittadini è fondamentale, soprattutto quando si tratta di un opera inverosimile come questa, che mette a rischio il territorio messinese, miliardi di soldi pubblici e il futuro infrastrutturale della Sicilia. Nessuno ci toglierà il diritto a dire no a questa “mangiatoia” sulle nostre teste».